E' stato eseguito con successo, per la prima volta in Europa, un trapianto di cuore prelevando l'organo da un cadavere. L'eccezionale intervento è stato portato a termine nell'ospedale di Papworth, nella regione inglese del Cambridgeshire, su un paziente sessantenne che è stato dimesso dopo soli quattro giorni dall'operazione.

Trapianto di cuore da cadavere: la tecnica utilizzata.

La tecnica che ha consentito l'eccezionale intervento era stata messa a punto ed utilizzata alcuni mesi fa in Australia. Secondo quanto pubblicato sul sito dell'ospedale di Papworth, la stessa tecnica è stata adottata una mese fa per trapiantare un cuore che già aveva smesso di battere.

Di solito, infatti, i trapianti di cuore sono effettuati prelevando l'organo dal donatore di cui è stata dichiarata la morte cerebrale, ma che ancora batte. In questo caso, invece, l'espianto è avvenuto da un donatore il cui apparato cardiocircolatorio e respiratorio aveva smesso di funzionare.

Effettuato il prelievo del cuore "morto", i medici lo hanno prima riattivato con una pompa e successivamente, dopo averne verificato la perfetta efficienza, inserito in una macchina chiamata "Heart in a box", nella quale è stato alimentato con sangue ed altre sostanze nutritive e mantenuto ad una temperatura corporea.

Dopo il trapianto, il paziente, che aveva subito un grave infarto nel 2008 e non riusciva quasi più a camminare, è potuto ritornare ad una vita pressoché normale.

Trapianto di cuore da cadavere: le prospettive per la medicina.

La notizia dello straordinario intervento portato a termine per la prima volta in Europa, rappresenta una speranza per i molti pazienti in lista di attesa. Secondo i medici dell'ospedale di Papworth, questa tecnica potrebbe aumentare del 25% il numero di cuori disponibili, salvando la vita a molti pazienti.

Più prudente il professor Francesco Musumeci, primario di Cardiochirurgia del San Camillo di Roma, che, interpellato dall'Agi ha rilevato la mancanza di importanti dettagli affinchè si possa esprimere un parere sulle prospettive offerte dalla nuova tecnica di trapianto di cuore da cadavere; in particolare, non si sa dopo quanto tempo dalla morte è stato espiantato il cuore.

Particolare di fondamentale importanza in quanto apre la strada alla necessità di un adeguamento della normativa italiana sui trapianti che prevede che non si possa fare un espianto prima che siano trascorsi 20 minuti dalla morte del donatore. Un tempo trascorso il quale gli organi risultano già danneggiati e non utilizzabili per i trapianti.