Tunisi. Questa volta l' esplosione arriva diretta dal mondo arabo. Ad essere colpito è l'avamposto dell'Occidente sulle rive islamiche del Mediterraneo, il primo Paese ad aver vissuto la primavera araba. L'attentato è avvenuto in un organo della cultura del corpo urbano, il Museo del Bardo

Il fatto - Alle ore 12,46 un'agenzia tunisina riferisce di colpi di arma da fuoco. Uomini travestiti da soldati hanno tentato l'assalto alla sede del parlamento, ma vengono scacciati proprio per le loro divise sospette e hanno ripiegato sul Museo dopo aver sparato contro turisti che scendevano da un autobus. Si dirà che erano 4 o forse 5. Gli uomini si serrano nel museo insieme a 200 persone comprendenti il personale e turisti di nazionalità diversa. Tra di essi anche bambini. Le forze dell' ordine restano impreparate. Il sequestro veniva raccontato in diretta dai fortunati che riuscivano a contattare i propri cari. Da un capo all'altro del telefono, dalla Tunisia all' Europa rimbobavano gli spari. Intanto alle 14,09 giunge la rivendicazione da parte dell' Isis. Alle 14,11 parte l'azione delle forze antiterrorismo. Il direttore del museo alle 14,50 dichiara che la situazione è tornata sotto controllo. Le operazioni si concludono alle 15,15. Inizia il lotto sulle vittime.

Il bilancio - Si cerca di ricostruire l'attacco attraverso le cifre. Intorno alle 16,00 quando le operazioni si sono concluse il premier Habib Essid diffonde i primi numeri: sarebbero morte 19 persone, 17 turisti e 2 degli attentatori. Ma i gli aggiornamenti scalzano di volta in volta i dati acquisiti. Alle 18,00 il numero dei feriti si arrotonda a 50, mentre altri 3 morti pesano nel bilancio dei morti. Sono inclusi nel novero anche turisti di nazionalità polacca, tedesca, spagnola. Ha perso la vita anche un agente delle forze di sicurezza durante il blitz per liberare gli ostaggi. Al momento non è stato appurato se tra i 22 ci siano anche italiani. I rappresentanti delle istituzioni ancora non riescono ad annunciare notizie certe. Nel suo intervento il ministro degli esteri Paolo Gentiloni annuncia gli stessi numeri delle autorità tunisine ma le sue dichirazioni restano ancora molto caute. Non conferma nè smentisce la presenza di italiani tra le vittime.


Attacco annunciato - Il premier Habib Essid dell'area moderata dichiara che c'era pericolo di attentato. La sua vittoria non era stata ben digerita dai fondamentalisti. L'obiettivo scelto non è stato casuale. I jihadisti intendevano sferrare un colpo contro l' Occidente colpendo soprattutto turisti europei per di più sorprendendoli in un momento in cui non c'era nessuna opportunità di difesa, come possono essere gli istanti impiegati per scendere dall'autobus. Colpiti la sede della democrazia, un centro culturale e polo dell'economia turistica. "Buona notizia per i musulmani", declama un comunicato dell'Isis. L'esperimento di democrazia è stato bloccato, come ha detto il ministro Gentiloni: "La Tunisia è stata la speranza per un governo di unità tra laici e musulmani, contro questa speranza si è scagliato questo attacco terroristico". Un Paese fragile economicamente e socialmente che non poteva reggere il confronto di tensione con i jihadisti. Le spore dell'Isis sono ovunque e se non hanno assoggettato il mondo intero al califfato comunque lo hanno conquistato con il terrore.