La scorsa settimana Aref Ali Nayed, ambasciatore della Libia negli Emirati Arabi Uniti, durante un'intervista ha annunciato la possibilità che il gruppo terroristico dello Stato Islamico lanci un attacco contro l'Italia nel giro di settimane, non mesi. Tra le tipologie di rischio evidenziate da Aref Ali Nayed per l'Italia è ribadita la possibilità dell'infiltrazione di terroristi mimetizzati tra gli altri migranti sui barconi.
La realtà e l'imminenza dell'allarme lanciato da Aref Ali Nayed per l'Italia trova riscontro nelle ultime dichiarazioni del Sindacato autonomo di polizia (Sap). Dette ultime dichiarazioni del Sap sono documentate all'interno di una lettera che lo stesso Sindacato ha inviato al dipartimento per la pubblica sicurezza del ministero dell'Interno. La grande preoccupazione, stando anche a quanto riportato oggi dal Corriere del Mezzogiorno e altre testate, interessa la Puglia e più precisamente il flusso di foreign fighters che ora sembrerebbero addirittura posto sotto controllo a livello investigativo.
Adesso bisogna fare attenzione, nel momento in cui si afferma che il fenomeno foreign fighters sia costantemente tenuto sotto controllo a livello investigativo, si suggerisce tra le righe che il fenomeno non è più solo un pericolo, il passaggio di foreign fighters sarebbe già in corso.
Porto e aeroporto di Bari ora ufficialmente a rischio
Nel caso specifico del porto di Bari la decisione è stata quella di raddoppiare il numero degli agenti.
Il numero da raddoppiare è 80. La necessità di raddoppiarlo è comprensibile se si pensa che gli attuali 80 uomini risultano ad oggi insufficienti già solo a causa del previsto allargamento dell'area del terminal crociere. Situazione analoga per l'aeroporto dove sono stati aggiunti altri sette gate d'imbarco. La media di agenti disponibili in aeroporto attualmente conta più o meno 40 uomini. Il sindacato autonomo di polizia ha dichiarato nero su bianco che con soli 40 uomini non sarà materialmente possibile garantire la sicurezza interna ed esterna allo scalo.
Sapere che un preciso territorio dell'Italia sia ora realmente esposto a rischi così elevati, lascia immaginare un consistente e immediato aumento del numero di uomini deputati alla sicurezza in zona. È certo che così dovrebbe essere. Il problema ora è che così non è. La causa di tale disfunzione sembrerebbe essere l'Expo. Il governo ha deciso di destinare centinaia di agenti a Milano per l'Expo.
A questo punto non resta che affidarci all'analisi delle priorità effettuata dagli organi competenti e, soprattutto, alla buona sorte.