Nel maggio del 2013 la procura di Milano aveva emesso un mandato di arresto nei confronti di alcuni politici e dirigenti impegnati nell'opera di coordinamento e realizzazione di attività legate all'Expo, evento di marketing che tra un mese esatto, salvo imprevisti, aprirà i battenti proprio nel capoluogo lombardo. Tra gli arrestati, spicca il nome di Primo Greganti nome assai ricorrente nell'ambito di tangentopoli, l'attivista politico infatti nel 1993 finì coinvolto nell'inchiesta 'Mani pulite'. Così l'ex funzionario del partito Democratico della Sinistra dopo i guai giudiziari del secolo scorso, ritorna al centro della 'malavita d'imprenditoria' .
Al nome di Greganti va ad aggiungersi quello di Angelo Paris, uno dei dirigenti del gruppo organizzatore dell'Expo che ebbe proprio un ruolo determinante per la candidatura di Milano al progetto. Oggi, a distanza di due anni, si attende ancora il deposito di altre carte che svelino novità importanti riguardo il coinvolgimento anche di un manager e di un architetto. Intanto, Antonio Acerbo ex subcommissario di Expo ottiene lo sconto della pena.
Acerbo dopo i domiciliari torna in libertà
Stando a La Repubblica il gup di Milano Ambrogio Moccia ha acconsentito, all'ex subcommissario dell'Expo, il patteggiamento a tre anni di reclusione. In cambio Acerbo dovrà versare nelle casse di Expo una somma pari a 100 mila euro. Si attende adesso solo la definitiva negoziazione della pena, e poi Acerbo potrà tornare in libertà così come Maltauro e Castellotti, anche questi ultimi obbligati a rimpinguare le casse di Expo. Secondo il giudice ci sono 'elementi probatori' che depongono a favore della sussistenza delle ipotesi di reato come la corruzione e la turbativa d'asta, accuse ricadute su tutti e tre gli imputati ora assolti.