La Casa Bianca ha ufficializzato la notizia: in un blitz attuato nella notte scorsa in Siria dalle forze Usa elitrasportate è morto uno dei pezzi grossi del sedicente califfato, Abu Sayyaf. È lo stesso capo del Pentagono Ash Carter a confermare la messa a segno del colpo. Per la seconda volta le corazzate americane operano direttamente nelle distese desertiche siriane, ritornando sul luogo del delitto dei primi noti caduti falciati dai tagliagole della bandiera nera come James Foley. Le operazioni preparate da mesi sono state seguite attentamente dal presidente Barack Obama che ne è stato anche promotore dopo le rassicurazioni che sarebbero state espletate in linea con le leggi internazionali. È stato atteso anche l'ok di Bagdad mentre Damasco non sarebbe stata interpellata, viste le difficoltà di dialogo con il regime di Assad, sordo ad ogni appello a confluire nella coalizione antiterroristica. L'obiettivo era quello di catturare Sayyaf vivo, ma i suoi proseliti hanno reagito. Le divise americane hanno lasciato a terra 10 morti. La moglie del capofila islamico, identificata nell'irachena Umm Sayyaf è stata catturata e tradotta in Iraq dove verrà sottoposta ad un interrogatorio. Nel raid hanno avuto una parte anche due elicotteri.

Chi è veramente Abu Sayyaf

L'Ali Babà del petrolio che lavora per garantire affluenza di capitali al califfato ancora non ha un'identità definitiva. Abu Sayyaf sarebbe infatti un nome di battaglia. Il personaggio è già nelle schede dei servizi segreti americani. Potrebbe trattarsi di un giordano condannato a morte, passato alle sbarre per terrorismo e infine amnistiato. Da allora schierato nelle avanguardie jahadiste si è impegnato a fondo nella guerra santa scalando i vertici di Ansār al-Islām alla morte di Al Zarqawi. Avrebbe spedito molti discepoli in Siria fino al matrimonio con lo Stato Islamico. Ma mentre gli apparati militari americani tentano di far luce a proposito, la tv di stato siriana diffonde la notizia che l'esercito lealista ha ucciso Abu al-Taim al-Saudi, altro leader islamico addetto al business petrolifero. Probabilmente si tratta di un'altra persona di origini saudite e non giordane come il Sayyaf noto al Pentagono. Dietro la mossa potrebbe esserci una ritorsione di Damasco per vendicare il mancato recapito dell'avviso sull'operazione congegnata a Washington.