Ancora novità sul caso Elena Ceste, trentasettenne residente a Costigliole (Asti) ritrovata morta in un canale. Secondo la stampa specializzata ("Giallo") il marito Michele si recò effettivamente in direzione del Canale del Rio Mersa - a circa 1 km dall'abitazione di famiglia - nel giorno del terribile femminicidio.
L'allarme fu dato dal marito
Nel racconto dell'uomo, un vigile del fuoco di professione, la donna quel fatidico mattino disse di sentirsi indisposta, pregando il coniuge di provvedere lui a portare a scuola i figlioletti, cosa che effettivamente l'uomo fece, salvo poi dover fare i conti, al ritorno a casa, con l'improvvisa assenza della moglie.
A questo punto contattò una vicina per chiedere delucidazioni visto che non trovava più Elena, ma la vicina non sapeva nulla di lei e non ha potuto fare a meno di notare alcune stranezze nella condotta complessiva di Buoninconti, che in particolare si mise a ridere quando il cellulare della moglie suonò (come spiegare una reazione tanto paradossale?). L'uomo aveva comunemente la disponibilità del telefonino della moglie, perché ne controllava ogni movimento, essendo molto geloso.
Sul profilo psicologico di Buoninconti si è scritto molto sui giornali. L'uomo si è caratterizzato fin dall'inizio per il suo comportamento a dir poco stravagante, solo in parte giustificabile per il forte trauma generato dalla separazione dalla donna.
I risultati delle indagini dicono oggi che sarebbe stato lui a macchiarsi dell'efferato crimine, soffocando Elena Ceste nel letto della loro camera per poi occultarne il corpo con un'abilità tale che non è stato individuato durante le indagini poste in essere nell'area.