Il 45enne vigile del fuoco residente a Costigliole d'Asti Michele Buoninconti è attualmente ristretto in carcere con l'accusa di avere ucciso sua moglie Elena Ceste e di averne occultato il corpo in un canale di scolo a circa un chilometro dall'abitazione di famiglia. Le ultime novità su questo caso riferiscono, che il magistrato che si occupa delle indagini peliminari ha stabilito ieri che la prima udienza del relativo processo si terrà in corte d'Assise il 1° luglio 2015. I legali che tutelano gli interessi di Buoninconti hanno però a disposizione quindici giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato. Per Michele Buoninconti ci sarà il giudizio immediato, perché il giudice Marson si è fatto l'idea che il materiale probatorio emerso sia sufficiente per arrivare a una decisione. Non servono dunque altre indagini.
Una convivenza conflittuale
Secondo le indagini Buoninconti era un marito possessivo ed estremamente geloso, che controllava sistematicamente la moglie e che potrebbe aver reagito male dopo avere intercettato alcuni sms diretti a lei sul cellulare. La donna, originaria di Torino, soffriva particolarmente la monotonia della vita di provincia e la morbosità del marito: un mix micidiale che l'aveva spinta a cercare nuove comunicazioni attraverso i moderni social network che devono avere rappresentato per lei un'opportunità imperdibile di ritrovare dei vecchi amici ormai lontani.
Una scelta difficile
Per la cronaca gli avvocati difensori sono Chiara Girola e Massimo Tortoroglio. Quale strategia sceglieranno a questo punto? Continueranno a sostenere la piena estraneità del marito di Elena Ceste oppure punteranno alla riduzione della pena pari a un terzo garantita dall'adesione al giudizio immediato? La morte della Ceste risale all'ormai lontano gennaio del 2014. Ricordiamo che il corpo è stato trovato privo dei vestiti. Buoninconti ha sempre negato gli addebiti, affermando che quel mattino la moglie sarebbe uscita di casa nuda e senza gli indispensabili occhiali da vista, ma si è sempre caratterizzato per alcuni atteggiamenti particolari. Il "Tribunale della Libertà" ha respinto l'istanza di scarcerazione e quindi l'uomo è rimasto detenuto in atesa dell'evoluzione degli eventi ma il fatto che il Gip abbia optato per il giudizio immediato la dice lunga.Una convivenza conflittuale
Secondo le indagini Buoninconti era un marito possessivo ed estremamente geloso, che controllava sistematicamente la moglie e che potrebbe aver reagito male dopo avere intercettato alcuni sms diretti a lei sul cellulare. La donna, originaria di Torino, soffriva particolarmente la monotonia della vita di provincia e la morbosità del marito: un mix micidiale che l'aveva spinta a cercare nuove comunicazioni attraverso i moderni social network che devono avere rappresentato per lei un'opportunità imperdibile di ritrovare dei vecchi amici ormai lontani.
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