Dopo le polemiche che hanno preceduto l'inizio della manifestazione più discussa del momento, Expo 2015, ecco in arrivo una nuova bufera sul padiglione Eataly. I partecipanti che hanno sborsato più di 30 euro per gustare i buoni cibi genuini della tradizione italiana si sono trovati davanti un'amara sorpresa al padiglione Eataly. Accolti da uno slogan molto ambiguo che dice "Benvenuti nel regno delle grandi marche italiane", nonostante la più volte sbandierata promessa di tipicità tutte regionali, nei ristoranti del padiglione del patron Farinetti gli sbigottiti avventori si sono ritrovati tra scaffali pieni di scatolette di tonno e carne in gelatina e pacchi di pasta.

Oscar Farinetti: da Unieuro a Expo 2015 passando tra mille polemiche e poche risposte

Chi è Oscar Farinetti, patron di Eataly all'expo 2015 [VIDEO]? Oscar Farinetti, sostenitore del governo Renzi, è un imprenditore partito dalle vendite di elettrodomestici in Unieuro. Pian piano si è fatto strada, arrivando allo slow food che però tanto slow in questo expo non pare. Infatti le polemiche si susseguono praticamente ogni giorno, ancora prima dell'inaugurazione. Oscar Farinetti continua a negare che vi siano ombre sull'assegnazione degli 8000 mq per i due padiglioni e i 20 ristoranti, uno per ciascuna regione.



La sua ultima dichiarazione in risposta alle continue domande in merito, proprio in questi giorni, è stata: "Non ho deciso io di non fare l'appalto.

Sono quelli di Expo che ci hanno cercato, individuando in Eataly, come in altri soggetti, un'unicità italiana". Ma è proprio quest'ultima dichiarazione a stonare con le fila di scaffali pieni di scatolette che hanno fatto storcere il naso a molti visitatori. Già SEL, prima dell'inaugurazione, aveva promosso un'interrogazione parlamentare firmata da Adriano Zaccagnini e Franco Bordo per chiedere chiarimenti sul criterio di assegnazione di quello spazio.

Il commissario anticorruzione Raffaele Cantone, acquisite le carte, non rileva ad oggi irregolarità di alcun tipo.

Oscar Farinetti è contento: Cantone ha fatto chiarezza, non era mio compito decidere sull'appalto

Il patron di Eataly dichiara: " Finalmente Cantone ha fatto chiarezza. La sua è l'unica voce che conta, le altre sono solo opinioni.

Non è mio compito decidere se si doveva fare l'appalto, ma non farlo mi pare intelligente". Tanto più beffarde risuonano le sue ultime parole: "Ma quale business! Cucine e impianti sono un investimento enorme per soli sei mesi: difficile ammortizzarlo. Andrà bene se non perderemo soldi". Non la pensano allo stesso modo tutte le associazioni e le società che avrebbero potuto partecipare alla gara. Del resto se Farinetti è davvero il più bravo, una gara l'avrebbe vinta senza alcun problema.