Un nuovo terremoto giudiziario si abbatte sul ricco e controverso mondo del calcio: all'alba di questa mattina, è scattata l'operazione "Dirty Soccer", un blitz per opera della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, ha portato all'esecuzione di 50 ordini di arresto eseguiti in tutta Italia.

Gli arresti, portati a termine dalla squadra mobile e dal Servizio centrale operativo della polizia, sono avvenuti in Calabria, Campania, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Veneto e Lombardia.

Fulcro dell'indagine, nata grazie alle intercettazioni telefoniche di un appartenente alla cosca mafiosa Iannazzo di Lamezia Terme, le "combine" di numerose partite dei campionati attuali di Lega Pro e Lega D.

Il sistema era organizzato e gestito da due distinti gruppi criminali, dediti principalmente alle creazioni di frodi sportive, al fine di alterare i risultati delle partite dei campionati professionali e dilettantistici. I due gruppi erano in collegamento tra loro. Il tutto era agevolato grazie alla partecipazione, nel sistema, di alcuni professionisti partecipanti ai tornei e di dirigenti di diverse squadre sportive, che approfittavano della loro posizione all'interno delle società per truccare le partite al fine di conseguire illeciti guadagni.

A volte, i presidenti di alcune società, compravano la vittoria della propria squadra facendola passare come ottenuta per meriti sportivi, mentre diversi giocatori si prodigavano sul campo di gioco al fine di ottenere il risultato desiderato, necessario al conseguimento di profitti.

Il sistema criminale, che la squadra mobile della polizia, diretta da Rodolfo Rupetti, è riuscita a smantellare, era finanziato anche da fondi provenienti da alcuni personaggi stranieri dediti a lucrare sugli eventi sportivi, e che vivono in paesi lontani quali il Kazakistan, la Serbia e la Slovenia, ma che hanno la loro base operativa in Italia.

Questi soggetti finanziavano alcuni dirigenti sportivi disonesti, che proprio grazie a questi soldi erano in grado di corrompere i giocatori, riuscendo ad alterare i risultati delle partite, e di conseguenza a conseguire ingenti guadagni.

Dirigenti sportivi arrestati

Trai i dirigenti sportivi posti in custodia cautelare troviamo: Antonio Ciccarone e Mario Moxedano, rispettivamente direttore sportivo e presidente del Neapolis, l'intero gruppo dirigente del Brindisi: presidente Antonio Flora e suo fratello Giorgio in qualità di direttore generale, Savino Daleno consulente di mercato.

Inoltre troviamo il direttore del L'Aquila Ercole de Nicola, l'ex direttore sportivo della Torres Vincenzo Nucifora, Maurizio Ulizio, attuale direttore generale del Pro Patria, l'ex presidente del Trento Maurizio Antonio Pagniello, e molti altri personaggi tra allenatori, direttori marketing, e addirittura magazzinieri.

Calciatori coinvolti

Nel nutrito gruppo di calciatori coinvolti e conseguentemente tratti in arresto vi sono: Raffaele Moxedano (Neapolis), Emanuele Marzocchi e Pasquale Izzo (Puteolana), Fabio di Lauro, Marco Guidone, Francis Obeng, Mohamed Traorè, Giacomo Ridolfi, tutti appartenenti al Santarcangelo, Vincenzo Melillo (Pro Patria). In questo momento sono in corso perquisizioni, da parte della polizia, nelle sedi di molte squadre di calcio, oltre che nelle rispettive abitazioni dei direttori sportivi e giocatori.