Claudio Giardiello, il 57enne autore della sparatoria al Tribunale di Milano il 9 aprile scorso, avrebbe potuto essere fermato, invece sembra aver passato indenne i controlli di routine. I nuovi dati in possesso della Procura di Brescia sconfessano le ricostruzioni iniziali. Nonostante il metal detector abbia suonato, l'ex immobiliarista ha potuto comunque inserirsi nell'edificio e attuare il piano omicida uccidendo 3 persone e lasciandone ferite 2.

La ricostruzione iniziale

La ricostruzione iniziale è basata su alcuni fotogrammi estratti dai video di sorveglianza dove si vedrebbe Giardiello entrare dall'ingresso laterale di Via Manara, di prassi riservato agli avvocati. L'ingresso è sguarnito di sistemi controllo dopo che la Commissione Manutenzione a corto di soldi ha deciso di destinare il dispositivo di controllo al punto di Porta Vittoria dove si svolgono le relazioni con il pubblico. Per cui è stato ipotizzato che l'uomo potesse essersi confuso nella trafila di passaggio. Si dirige nell'aula dove si celebra il processo che lo vede imputato per bancarotta. 10,50, l'uomo estrarre la pistola e spara quasi seguendo una traiettoria della morte: colpisce di seguito il nipote ed ex-socio Davide Limongelli che rimane ferito e poi Giorgio Erba, pure lui ex-socio e coimputato e infine il suo ex-avvocato, Lorenzo Claris Appiani, al momento sotto interrogatorio. Rimane ferito il commercialista Stefano Verna, che intralciava la via verso lo stanza 250 dove doveva compiersi l'atto finale: l'uccisione del giudice Ferninando Ciampi che aveva in carico la sua causa.

Dubbi sulla ricostruzione iniziale

I nuovi accertamenti hanno indotto il procuratore di Brescia Tommaso Bonanno e del pm Isabella Samek Lodovici a riconsiderare le prime ipotesi, inficiate dalla inattendibilità dei fotogrammi troppo sfocati. Altri fotogrammi mostrano che Giardiello è entrato dal varco di via San Barnaba dopo aver parcheggiato lo scooter a poca distanza. L'ingresso è a "varco misto": avvocati, giudici e magistrati possono entrare semplicemente esibendo un documento, mentre i cittadini comuni devono passare la prova dei controlli. Giardiello si è attenuto a far passare la borsa sotto il metal detector; l'apparato si accende ma non si procede allo scanner manuale. Perciò Giardiello ha agio di recarsi al terzo piano dove c'è l'aula di suo interesse. Cambierebbe così il catalogo dei responsabili così come le conseguenze risarcitorie. Cambierebbero le società private ognuna delle quali è addetta ad un passaggio. I responsabili della sicurezza dovrebbero rispondere della fatale negligenza. Intanto il principale protagonista, Claudio Giardiello, continua ad esimersi dal dare spiegazioni anche se nell'ultimo interrogatorio a cavallo del primo maggio in maniera sibillina ha dichiarato che parlerà ma questo non è ancora il momento.