Il Dottor Scaravilli, ortopedico in pensione, si trovava in Libia per una causa più che nobile ; operava, a titolo gratuito, presso l'ospedale di Dar Al Wafa, nel quartiere Souq Talat della capitale. Era partito a Dicembre con tre colleghi siciliani per eseguire alcuni interventi alla mano, ma il 6 gennaio era risultato non più reperibile.

Subito era sopraggiunta la mobilitazione della Farnesina, e il ministro Gentiloni confermava ai media di RadioNews 24 che la situazione era sotto stretto monitoraggio. Alla fine veniva confermata la notizia del sequestro da parte di un gruppo misto di jihadisti e criminalità locale al fine di ottenerne una contropartita economica.

Poche ore fa la svolta, data dalla testata dell' Huffington Post attraverso la penna di Andrea Purgatori: il medico è stato liberato dalle forze di polizia appartenenti al governo non riconosciuto di Tripoli, ma ciò sarebbe avvenuto almeno una settimana fa.

Tuttavia la situazione si è ulteriormente complicata, poiché le autorità che ne avrebbero la custodia al momento avrebbero tentato, attraverso canali non ufficiali, di contattare il governo italiano ponendo precise condizioni per il rilascio del medico catanese; tra tutte, il riconoscimento formale del governo filo-islamico e mai ammesso nelle file degli interlocutori internazionali delle Nazione Unite, preferendo ad esso il governo ufficiale di Tobruk sotto la guida di Abdullah al-Thani, nella regione della Cirenaica a partire da Settembre del 2014, nella parte opposta del territorio libico.

Ignazio Scaravilli sarebbe dunque stato , suo malgrado, non solo strumento per far leva sulle autorità italiane, ma anche per sconvolgere un altro tipo di operazione "chirurgica" : quella di mediazione che l'inviato del Segretario generale dell'Onu, Bernardino Leon, sta conducendo da mesi, per ricucire tra di loro le fazioni che si combattono al fine di formare un governo di unità nazionale.

Tutto ciò giustifica il velo di silenzio calato sulla vicenda negli ultimi giorni, ed ogni fuga di notizie o indiscrezioni potrebbe pregiudicare i negoziati. Appare comunque improbabile che le richieste , se espresse in questi termini, potranno mai trovare accoglimento. La posizione dell'Italia è infatti assunta in sintonia con la linea dell'occidente, senza dubbio però responsabile dell'attuale crisi libica.

La famiglia del professionista catanese è informata dei fatti ed è stata rassicurata sulle buone condizioni di salute del familiare. Nelle prossime 48 ore si avranno certamente maggiori sviluppi, tra cui anche l'auspicabile ritorno a casa del Dottor Scaravilli.