Al 6 giugno 2015 resta un rebus investigativo la vicenda di Domenico Maurantonio, di anni 19, che è morto in circostanze da mettere a fuoco il 10 maggio 2015. Da quella finestra al quinto piano dell'Hotel Leonardo Da Vinci non è precipitata solo una giovane vita umana, ma anche la credibilità dell'organizzazione delle gite scolastiche. Quelli che dovevano essere dei tranquilli giorni di permanenza a Milano si sono trasformati in una sorta di incubo difficile da credere, con un giovane e volitivo studente che ha trovato la morte nel più inverosimile dei modi, senza un perché.

Una dinamica ancora oscura

Per gli investigatori che sono all'opera per la soluzione del caso il ragazzo è caduto alla finestra parallelamente al muro del palazzo, cioè radente ad esso (sono in corso esami cinetici). Resta da capire per quale motivo slip e pantaloncini erano vicini al corpo. C'è chi ipotizza che siano stati lanciati in un secondo momento, dopo che Domenico Maurantonio era precipitato. Va aggiunto che stupisce il fatto che nessuno abbia sentito il tonfo. Il cadavere dello studente è stato infatti trovato e subito segnalato da un muratore il mattino dopo. Se davvero slip e pantaloncini sono stati buttati giù successivamente al tonfo è ipotizzabile che a lanciarli sia stato chi lo ha spinto giù oppure un testimone dell'accaduto. Altra domanda che dobbiamo porci è: perché gettare gli indumenti dalla finestra invece di lasciarli dove erano, rischiando di lasciare le proprie impronte digitali? Forse solo per rimandare il più possibile l'individuazione del corpo ed avere così più tempo per far perdere le proprie tracce?

Il livido misterioso

Si attende a breve l'esito del test genetico relativo al livido trovato sul braccio di Domenico Maurantonio.

Qualcuno cercò di trattenerlo da un gesto insano oppure ci fu una colluttazione nella quale Maurantonio ha avuto la peggio? Se il livido sarà riconducibile ad uno dei suoi compagni di stanza o comunque ad un compagno di gita forse potremmo avere una pista importante per ricostruire l'accaduto. Se delitto è stato, non deve restare impunito: il sospetto che qualcuno sappia ma non parli obiettivamente c'è.

L'uomo con la barba: chi è costui?

Per fare luce sulla vicenda in queste ore gli inquirenti stanno cercando di capire meglio il possibile ruolo di un uomo misterioso ma con caratteristiche fisiche facilmente riconoscibili. Un uomo che nulla aveva a che fare con la scolaresca in gita a Milano.

Secondo quanto afferma "Panorama", le ragazze alloggiate nella stanza 531 del "Leonardo Da Vinci" hanno avuto problemi ad aprire la porta della loro camera la sera dei tragici fatti. Un uomo è sopraggiunto in loro aiuto. Trattasi di un cinquantenne calvo e barbuto, molto silenzioso. Chi è questa persona? Cosa ci faceva nel corridoio del quinto piano dell'albergo?

Visto il suo aspetto fisico riteniamo che non dovrebbe essere troppo difficile risalire alla sua identità.

Domenico dormiva con due compagni. Un'ipotesi

Maurantonio dormiva nel letto più grande insieme a due colleghi e più precisamente in mezzo a loro. Alle 5:30 uno di loro può testimoniare che era a letto, ma un'ora dopo lo stesso ragazzo si sveglia e nota che non c'è più. Data l'ora non può far altro che pensare che si sia recato in bagno. Domenico era invece uscito dalla stanza, per motivi che non sappiamo. Si può ipotizzare che abbia sbagliato porta, visto che era senza occhiali e aveva bevuto un po'. Proviamo dunque a fare un'ipotesi che resta da dimostrare: il giovane Domenico Maurantonio si sveglia in piena notte in preda a un malessere, perché deve espletare alcuni bisogni fisiologici. E' miope e un po' addormentato, sbaglia porta ed esce dalla stanza senza le chiavi per rientrare. Non riesce a trattenersi e decide di liberarsi nel corridoio, forse dopo avere cercato invano un bagno (nel corridoio sono state trovate feci). Qui viene sorpreso da qualcuno e ne nasce una breve discussione testimoniata dal livido sul braccio. Il ragazzo viene spintonato in malo modo e per motivi a approfondire cade dalla finestra o forse cerca salvezza lanciandosi dalla stessa perché, in stato confusionale, non ricordava di trovarsi al 5° piano. Tale ricostruzione è solo un'ipotesi che attende riscontri certi.