Ha abusato più volte di un ragazzo che era stato affidato alle sue cure. Con questa pesante accusa, Veronica Cusumano, un'educatrice di 27 anni che lavorava alla Comunità Isidoro di Licata, in provincia di Agrigento, è stata arrestata dalla polizia siciliana. La donna avrebbe approfittato più volte del sedicenne, intrattenendosi in rapporti sessuali con lui nella cucina della Comunità, di notte, approfittando che gli altri giovani ospiti e addetti ai lavori fossero immersi nel sonno. Quest'ennesima notizia su abusi nei confronti di ragazzi disagiati all'interno di comunità che offrono alloggio e assistenza, getta grosse ombre su quanto accade all'interno di determinati centri di ricovero per minori.

Il ragazzo era stato affidato alle cure dell'educatrice arrestata

La donna aveva il compito di vigilare sui minori ospitati dalla Comunità Isidoro e, in particolare, le era stato affidato un ragazzo di 16 anni con disturbi del comportamento. Più volte, di notte, l'educatrice si sarebbe appartata col giovane nella cucina della struttura, approfittando del suo stato mentale e abusando sessualmente di lui sul pavimento e in altri luoghi che si trovavano all'interno di quella stanza. Le accuse nei confronti della 27enne sono aggravate dal fatto che i rapporti siano stati reiterati e che siano avvenuti tra le mura della Comunità, di notte, quando gli addetti ai lavori erano assenti e i controlli di vigilanza fermi.

La scoperta è stata effettuata in seguito a delle accurate indagini che il Dipartimento delitti sessuali e contro la famiglia di Agrigento, coordinato dal Procuratore Renato Di Natale, sta approntando in varie comunità di alloggio presenti nell'agrigentino, segnalate proprio per atti illegali che avverrebbero al loro interno.

Già qualche settimana fa, la polizia aveva provveduto al fermo di altri due dipendenti di comunità che compivano azioni illecite tra le mura delle strutture. Si spera che l'arresto dell'educatrice di Licata possa finalmente porre fine a quest'orrore di abusi su ragazzini minorenni, resi ancora più fragili e indifesi da problemi di disagio comportamentale.