Stamattina ore 6.30 una bomba è esplosa e ha colpito e sventrato il palazzo del consolato italiano nella capitale egiziana del Cairo. La bomba sarebbe stata nascosta sotto un'auto posizionata vicino al consolato e attivata con un telecomando a distanza. Secondo le prime testimonianze ci sarebbero 2 morti e 6 feriti. Due poliziotti egiziani tra i morti. Non ci sono italiani tra le vittime secondo la Farnesina. Il ministro Gentiloni su Twitter dice che l'Italia non si farà intimidire e ha manifestato la vicinanza del governo alle famiglie di vittime e feriti.



Quello che è certo è che a quell'ora il consolato era chiuso, ma la zona era già stracolma di gente e in città cresce il clima di tensione anche perché questo attentato segue la scia di quello di fine giugno dove perse la vita il procuratore Barakat, e di quello che sempre a giugno uccise tre agenti delle forze di sicurezza.

L'attentato

L'attentato ha distrutto l'ingresso dell'ambasciata sito nella via Al-Galaa e anche due facciate dell'edificio, ha colpito uno degli incroci più trafficati della capitale egiziana, una importante arteria che collega Piazza Ramsis con il cuore del centro del Cairo. L'agenzia di stampa MENA ha detto che l'esplosione è avvenuta nel primo mattino, alcuni reporter italiani sul posto parlano delle 6.30, ora in cui la zona era già abbondantemente trafficata da automobili pedoni e mini-bus.

Oltre la facciata e l'ingresso, l'esplosione ha provocato la rottura dei tubi dell'acqua che passano sottoterra, causando l'inondazione dell'area.

Sui social media, gli utenti hanno già invaso tutte le bacheche con foto e messaggi. Il giornalista italiano Alessandro Accorsi è stato fermato dalla polizia insieme ad altri tre giornalisti, perché arrivati troppo presto sul luogo dell'esplosione, secondo le autorità, ma sono già stati rilasciati.



Scia di sangue

L'attacco si è verificato ancora durante il ramadan, come quello di Sousse, in Tunisia, che tanto disastro ha portato allo Stato tunisino. In Egitto c'è stata un'escalation di attacchi da parte di militanti islamici ma, in questi ultimi anni, nessun consolato o ambasciata erano stati presi di mira. I militanti hanno ucciso centinaia di poliziotti e soldati dal rovesciamento del presidente Mohamed Morsi, nel luglio 2013. Nel febbraio 2014 un attentato a un autobus sudcoreano aveva causato la morte di 4 persone e il ferimento di 14. Nel mese di giugno del 2015, due assalitori sono stati uccisi e uno ferito in un attacco sventato al tempio di Karnak a Luxor. L'attentato non è ancora stato rivendicato.