È stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario Emanuele Armeni, il carabiniere che il 16 maggio ha ucciso un collega appena smontato dal servizio con lui. L'appuntato scelto Emanuele Lucentini era il carabiniere morto a Foligno in seguito a un colpo di arma da fuoco alla nuca che, secondo quanto dichiarato dall'Armeni, sarebbe partito accidentalmente; l'ipotesi è stata poi smentita in seguito alle indagini svolte per fare chiarezza sull'episodio, dalle quali è emerso che sarebbe pressoché impossibile che dalla mitraglietta fosse partito un colpo accidentale.
Carabiniere morto a Foligno: quale è il movente?
Il 16 maggio nella caserma Gonzaga di Foligno un colpo parte da una mitraglietta M12 impugnata da Emanuele Armeni e uccide il collega Emanuele Lucentini. L'arma è di ultima generazione e da quanto si è appreso in seguito, bisogna esercitare una grande forza sul grilletto per far partire i colpi: per questo motivo sarebbe impossibile avvalorare quanto affermato dal carabiniere Armeni che aveva dichiarato che il colpo alla nuca in seguito al quale era morto Emanuele Lucentini fosse accidentale. Gli inquirenti avevano iniziato indagini approfondite dopo che era stato appurato che le deposizioni di Armeni non erano chiare e molte cose 'non tornavano': nella mattinata del 15 luglio il militare è stato arrestato dalla squadra mobile di Perugia e dai carabinieri del Ros. Nei confronti del militare dell'arma - ora rinchiuso nel carcere di Spoleto - è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip dopo la richiesta della procura che ha svolto le indagini.
Al momento non è ancora chiaro il movente che avrebbe portato all'omicidio.
Carabiniere morto in caserma: cosa è successo?
Secondo le prime ricostruzioni risalenti ai giorni successivi alla morte di Emanuele Lucentini, intorno alle 7 del mattino una pattuglia era rientrata nella caserma di via Garibaldi dopo aver svolto il turno di notte quando, dopo essere scesi dalle vetture, sarebbe partito un proiettile dall'arma impugnata da Emanuele Armeni e sulla cui traiettoria si trovava il collega che, trasportato con urgenza nell'ospedale di Foligno perché colpito alla testa, purtroppo non ce l'ha fatta. Secondo quanto riportato da Umbria24 erano emerse molte incongruenze già a partire dall'autopsia: la traiettoria (orizzontale, e non dal basso verso l'alto) e i risultati dopo l'esame balistico avrebbero smentito da subito l'ipotesi sia che il colpo fosse accidentale, sia la distanza dichiarata dall'Armeni.
Emanuele Lucentini era molto conosciuto in città: 50enne originario di Tolentino, abitava con la famiglia a Spello dove la moglie lavora come fisioterapista. "Persona onesta e coraggiosa, credeva nel suo lavoro che considerava come una missione" furono le parole di cordoglio proferite dal parroco durante il funerale, mentre la moglie affermò di essere stata la donna più fortunata del mondo per aver avuto la possibilità di vivere vicino a un "uomo carico di amore".
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