A proposito del rapporto tra donne e Isis, le notizie degli ultimi mesi hanno contribuito a definire nell'immaginario collettivo due grandi tipologie di situazioni riferibili a tal proposito. Il primo tipo riguarda certamente la figura della donna rapita, ridotta a schiava sessuale dal miliziano di turno, comprata o venduta per pochi dollari. Il secondo tipo di situazione, opposta rispetto alla prima, riguarda invece il caso di donne e ragazze ferventi fedeli musulmane che combattono al fianco degli uomini dello Stato Islamico insieme ad altre occidentali convertite all'Islam, innamorate o anche semplicemente affascinate da uomini dell'Isis impegnati nella jihad in Siria e Iraq e che rientrano nella tipologia del foreign fighters.
Nuove funzioni per le donne dello Stato Islamico
A suddette rappresentazioni della donna all'interno dello Stato Islamico viene ora ad aggiungersi una nuova, ma pur sempre terribile realtà: miliziane dell'Isis vestite da occidentali e inviate per tutta Europa per portare il terrore. La notizia, diffusa dal centro studi militari in Siria e riportata già da diverse testate italiane, parla più precisamente dell'invio di agenti della polizia femminile "Al-Khansaa". Le agenti "in borghese" non saranno coperte, vestiranno in perfetto stile occidentale e potranno essere scambiate al massimo per comuni turiste.
Fahad Al-Masri, presidente del Centro studi militari in Siria ha confermato al Mail Online il fatto che non era mai successo prima d'ora che per operazioni del genere fossero usate donne e che "Sarà una sorpresa per le autorità europee che cercano gli uomini".
Già generalmente per le donne ci sono meno difficoltà rispetto agli uomini nel mimetizzarsi in Paesi europei. Inoltre - specifica Al-Masri - tra le agenti della polizia femminile Al-Khansaa sono presenti numerose donne europee e tutto ciò rende ancora più difficile il riconoscimento.
Gli obiettivi dell'operazione
Cambiano le tecniche ma gli obiettivi fondamentali dell'Isis restano sempre uguali: distruggere l'occidente, l'occidente dei cristiani. In particolare, i rischi evidenziati da Al-Masri riguardano luoghi sacri e relazioni tra cristiani e musulmani.