Le prime notizie a proposito dello Stato Islamico risalgono alla scorsa estate. Tutto sembra essere iniziato il 29 giugno 2014, data che coincide anche con l'inizio del Ramadam, momento in cui alcuni jihadisti hanno dichiarato il ritorno del califfato islamico. Per comprendere l'Isis e le sue origini è quindi necessario inquadrare subito di quali jihadisti stiamo parlando. Il termine jihadista deriva da jihad. Per jihad si intende semplicemente una guerra avente alla base motivi religiosi. I jihadisti che hanno professato il ritorno del califfato islamico sono quelli che l'estate scorsa hanno combattuto insieme e a favore dei ribelli in Siria e Iraq.

Tuttavia, se è vero che una rondine non fa primavera, è vero che anche decine di jihadisti non sarebbero bastati per la restaurazione del califfato islamico.

Il compleanno dello Stato Islamico

A soli cinque giorni di distanza dall'annuncio fatto dai jihadisti, una tappa fondamentale per quanto riguarda l'ufficializzazione della nascita dell'Isis rimane quindi il discorso di Abu Bakr al-Baghdadi. Questa volta l'annuncio è organizzato nella fattispecie di un discorso della durata di un quarto d'ora. A proferirlo non è più un "semplice" jihadista, bensì il califfo in persona. Il discorso sulla creazione del califfato è stato pronunciato nella grande moschea di al-Nouri. Ragioni di tipo cultuale ed economico sembrerebbero indurci quindi a fissare questo terribile compleanno in data 4 luglio anziché 29 giugno.



A parte l'aspetto più immediato, evidente e grossolano della faccenda (modello espansionistico violento, matrice religiosa, attentati e omicidi vari), in quest'anno l'Isis ha colpito realmente nel profondo della coscienza occidentale fondamentalmente per due motivi: il permanere nel tempo e l'aumentare in complessità. Una delle domande più diffuse a proposito di tutta questa situazione riguarda la matrice.

Partono così talk show e disquisizioni varie, anche approfondite, per capire se alla base di tutto c'è un motivo politico, o religioso, o economico. In realtà, la natura stessa dello Stato Islamico è oramai qualcosa di molto lontano da detti riduzionismi applicabili magari ad al-Quaeda ma non all'Isis.

In diversi articoli presenti in rete è stato già affrontato il tema della differenza tra Isis e al-Quaeda.

Fondamentalmente, l'Isis è riuscito a fare in un anno ciò che al-Quaeda non ha potuto fare in dieci. A fare la differenza, sicuramente, anche l'evoluzione e la diffusione di internet. Diversamente rispetto al modello adottato da al-Quaeda non serve essere dell'organizzazione per partecipare agli attentati. La libera iniziativa di singoli e gruppi è riconosciuta dall'Isis e gli stessi attentati spesso non sono coordinati da un comando superiore. Questa inquietante "vocazione integrativa" dell'Isis non riguarda solo i lupi solitari che hanno in odio l'occidente o gli estremisti religiosi. In gioco c'è anche il petrolio, il traffico d'armi e il commercio di reperti archeologici. Tutto ciò restituisce una situazione animata da soggetti e motivazioni tra loro diversi o addirittura opposti.

Globalmente, vediamo la violenza del fanatismo religioso alternarsi all'individualismo senza scrupoli del profitto ad ogni costo. L'indistruttibilità finale dell'Isis dipende certamente anche da tale natura complessa del fenomeno più che dall'effettivo potere bellico in gioco sul campo. Un particolare equilibrio di colpe e interessi "benedice" questo compleanno.