Luca Spoto era un giovane studente universitario, scomparve il primo Aprile del 2004 da Roma, in circostanze ancora da chiarire, senza che i suoi famigliari, la sua fidanzata ed i suoi amici si accorgessero di qualcosa. Lo staff del noto programma Rai 'Chi l'ha visto?' ha intervistato Giuseppe Spoto, il padre di Luca, il quale ha affermato: "Tutti noi ci siamo chiesti perchè e come, cominciando da me, con le mie responsabilità che sicuramente da genitore, da padre, che, tra virgolette, rompeva, ci stanno tutte". E' stato poi chiesto al signor Spoto, se egli stesso possa essere una delle cause che avesse spinto Luca a scappare via, egli ha risposto con tutta sincerità: "Beh sì, penso proprio di sì, ci penso sempre e non dimenticherò mai questa mia lacuna".
Giuseppe si sente tuttora responsabile della scomparsa del figlio, perchè?
Luca Spoto, alcune informazioni
La famiglia di Luca è originaria di Roma, ma da molti anni si è trasferita a Francavilla in Abruzzo. Tutti e due i genitori sono docenti presso l'università di Chieti, Luca e suo fratello erano molto piccoli quando si spostarono dalla Capitale a questo paesino che si affaccia sul mare Adriatico. La sua, fu un'infanzia ed un'adolescenza tranquilla, era inoltre un discreto studente. Ha continuato il padre Giuseppe: "Era un ragazzo tranquillo, non siamo riusciti a capire come un ragazzo così aperto non ci abbia mai detto nulla". Quando arrivò il momento di scegliere l'università, Luca decise di tornare a Roma, nutriva il desiderio di frequentare la facoltà di scienze della comunicazione.
Il ragazzo era felice di essersi ritrasferito nella sua città natale ed anche gli studi iniziarono abbastanza bene, è lo stesso padre che lo ha dichiarato: "Non era, diciamo, eccezionale, però sopra la media".
Cosa accadde a Luca?
In seguito qualcosa cambiò, qualcosa si ruppe, i genitori, ogni volta che Luca fosse tornato a casa, gli chiedevano come stessero procedendo gli studi, ma le sue risposte divennero sempre più vaghe e fumose.
Luca sembrava avere serie difficoltà di studio, ma continuava a minimizzare la situazione dinanzi alla famiglia. Ha continuato il professor Spoto: "Io ho la mia concezione di padre che deve essere esigente, che deve pretendere, in funzione anche di una vita fuori sede che richiede un certo supporto economico, quindi, a fronte di una spesa, uno chiede sempre cosa faccia e non faccia il proprio figlio, insomma, tutte quelle domande che, a causa del mio carattere, non so porre bene.
Lo faccio in una maniera molto imperativa, questa cosa non è mai andata bene, però sicuramente, il mio carattere non è buono e probabilmente neanche con Luca è stato buono sicuramente". Da una parte c'erano le sessioni d'esame, che andavano molto a rilento, dall'altra, vi erano le pressioni della famiglia che chiedeva, forse proprio questa potrebbe essere una valida spiegazione, probabilmente Luca si sentiva in trappola.
I sensi di colpa di un genitore
Il padre ha paura di essere il responsabile della scomparsa del figlio: "Secondo un famoso detto-ha continuato Giuseppe-chi ti vuol bene ti bastona e chi ti vuol male ti perdona, è un detto, però non significa necessariamente bastonare un figlio, non è mai successo, ma allo stesso tempo ho cercato di indirizzarlo verso quelle che potevano essere le cose giuste, belle ed essenziali della vita, tuttavia, ciò potrebbe essere state visto come una costrizione, oppure come una perdita di libertà".