Un'autobomba è stata fatta esplodere in prossimità del consolato italiano del Cairo, in Egitto, alle 6,30 del mattino di sabato scorso, 11 luglio. L'attentato, subito rivendicato dall'Isis, ha provocato due morti e diversi feriti tra gli egiziani, senza però coinvolgere cittadini italiani. L'edificio colpito, che presenta ora due facciate demolite, si trova su Galaa Street, nel centro del Cairo, ed è il simbolo della presenza italiana in città perché è anche sede di numerose istituzioni. Al momento dell'esplosione dell'autobomba l'edificio era vuoto e a morire sono stati un guardiano e un venditore ambulante, mentre a rimanere solo feriti sono stati dei passanti.
L'inconsueto orario della deflagrazione, le 6,30 del mattino, fa quasi pensare più ad un deliberato avvertimento, da parte dell'Isis (che ha prontamente rivendicato l'attentato), nei confronti del governo italiano (considerato attualmente il migliore alleato europeo del governo egiziano), per indurlo a diminuire la propria ingerenza nello scacchiere libico.
Le reazioni in Italia
Il ministro degli Esteri Gentiloni, ha detto che quello avvenuto in Egitto è "un attacco alla presenza internazionale al Cairo, ma anche un attacco diretto all'Italia". Inoltre, il ministro ha confermato l'impegno dell'Italia contro il terrorismo e ha detto che le misure di sicurezza verranno rafforzate. In seguito anche il premier Renzi ha garantito che l'Italia non lascerà da solo l'Egitto e che i due Paesi saranno sempre uniti nella lotta contro la minaccia del terrorismo islamico.
Le reazioni in Egitto
Il presidente del "Council on Foreign Affairs" del Cairo, Mohammed Shaker, ha auspicato che l'attentato non spaventi gli italiani in Egitto (e gli altri stranieri che risiedono nel Paese) e ha fatto sapere che verrà presto istituita una task force per fare luce sull'accaduto. Alcune voci avanzano l'ipotesi che l'attentato potrebbe aver avuto come reale obiettivo Ahmed al-Fuddaly, un avvocato molto vicino al presidente egiziano Al Sisi. Di certo l'Egitto è in prima linea contro l'Isis e, anche per questo, è il principale bersaglio dei terroristi che intendono destabilizzare tutto il Medio Oriente.