Secondo il rapporto dell'Unhcr presentato ieri a Ginevra, sarebbero già 300mila i migranti che hanno sfidato le acque del Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Numeri che già nei primi otto mesi del 2015 hanno di gran lunga superato quelli del 2014, che si era chiuso con una stima di 219mila persone passate dall'altra parte. Nel tentativo di portare al termine l'impresa, sarebbero morte (o risulterebbero comunque disperse) almeno 2.500 persone.
Il dramma lungo le coste libiche
Intanto nel Mediterraneo è andata in scena l'ennesima tragedia.
Almeno 160 cadaveri galleggiavano ieri nelle acque davanti a Zuwara, in Libia. Altri 40 sarebbero stati trovati all'interno della stiva di un'imbarcazione arenatasi sempre sulle coste libiche. Il bilancio è per l'ennesima volta orribile: 200 morti, probabilmente 'frutto' di un doppi naufragio. E' talmente difficile recuperare tutti i cadaveri che le ricerche non sono ancora terminate. Dei migranti in viaggio, appena uno avrebbe indossato un giubbotto di salvataggio.
"Unhcr ci dice nel mondo ci sono 60 milioni di persone pronte ad emigrare - commenta Micaela Campana, responsabile immigrazione del PD -. Un numero enorme che però ci restituisce la dimensione di quanto siano instabili alcune zone del nostro pianeta.
La Libia è certamente un problema, ma non bisogna dimenticare l'instabilità nei paesi del centro Africa dove gruppi terroristici come Boko Haram e Al Shabab ogni giorno mietono migliaia di vittime. I migranti che si imbarcano in Libia, vengono da mesi di viaggio attraverso il deserto, passano di trafficante in trafficante, subendo violenze atroci.
Basterebbe guardarli per accorgersene: hanno ferite da arma da taglio, alcuni anche ferite più gravi, le donne chiedono subito i test di gravidanza perchè subiscono violenza, anche dalle forze armate locali. Il livello di barbarie che subiscono è tale che molti di essi portano per anni i segni del trauma psicologico. Nonostante i proclami della Lega che ci ha riempito la testa con slogan del tipo “aiutiamoli a casa loro” salvo poi votare contro la legge sulla cooperazione internazionale che stanzia nuovi fondi e riorganizza il sistema".
L'orrore sbarca in Sicilia
Intanto a Palermo sono arrivati i migranti che sono stati trasportati sul barcone dove sono morte asfissiate ben 52 persone. Gli scafisti di quell'imbarcazione sarebbero stati almeno dieci, sei dei quali già individuati al momento dell'arrivo della Poseidon nel porto di Palermo, ha fatto sapere la squadra mobile. A pesare sulle loro spalle non solo il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ma anche quello di omicidio per quei 52 morti. In particolare, ha spiegato il procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia, l'accusa di omicidio è legata alle condizioni in cui sono stati costretti i migranti, ovvero in uno spazio minuscolo dove i corpi degli stessi migranti coprivano le due uniche fonti di ossigeno, due minuscole finestrelle.Le parole dei vissuti raccontano una vera e propria traversata dell'orrore: l'inferno di 200 persone chiuse in una stiva alta appena un metro e mezzo.
Uscire era impossibile, a meno di non voler affrontare le botte e le coltellate degli scafisti.
Intanto, tra Sicilia e Calabria, continuano gli sbarchi mentre nel cuore dell'Europa (ma anche oltremanica) si continua a morire. Nascosti per l'ennesima volta, costretti a lottare per respirare. Alcuni ce l'hanno fatta e sono ancora vivi, come i 27 migranti trovati nascosti a bordo di un camion frigo con targa italiananell'Inghilterra del sud. Altri, invece, hanno perso la vita durante l'ennesimo tentativo di assicurarsi un futuro migliore. Per i 71 morti trovati in un camion abbandonato lungo un'autostrada in Austria, sono state arrestate quattro persone. E anche in Ungheria la situazione continua ad essere tesa.