La linfa del terrorismo è la tensione. E pure i jihadisti che odiano tanto l'Occidente, ma non disdegnano le sue tecniche, prime fra tutte la propaganda, sanno che la paura va mantenuta in caldo. Perciò quando non ci sono attentati, non rinunciano alle minacce e ad annunci di nuovi terremoti. La prima a tremare è la Gran Bretagna, anch'essa stretta nella morsa della nevrosi. A minacciarla è Jihadi John, la maschera nera a cui sono imputate almeno 7 decapitazioni, tra cui britannici e americani come James Foley e pure un giapponese, Kenji Goto. Il MailyOn Sunday ha pubblicato stralci di un video del jihadista che si presenta con il nome di Mohammed Emwazi e annuncia il prossimo rientro in Gran Bretagna con un compagno illustre, il califfo Al Baghdadi.

Minaccia di falciare nuove teste come in una sorta di bowling. Del miliziano dell'Isis su cui pende una taglia milionaria, si erano perse le tracce da gennaio. Secondo il Mail, il video sarebbe stato girato con un telefonino a Deir El-Zor, in Siria, e poi spedito in Bulgaria dove un affiliato lo avrebbe passato all'antiterrorismo bulgaro.

Nel mirino la pacifista Malala e l'Us Air Force

I giornali pubblicano notizie che allarmano chiunque si trovi sul suolo britannico. Ancora il Mail riporta le minacce dell'esercito islamico all'indirizzo di Malala, la pakistana premio Nobel per la pace. La diciottenne già tre anni fa era scampata ad un attentato da parte dei talebani e da ieri è scortata ventiquattr'ore su ventiquattro, secondo lo stesso protocollo valido per ministri e capi di stato.Non possono stare tranquilli neppure gli Stati Uniti.Dopo i 27 raid aerei di ieri sui cieli di Siria e Iraq contro postazioni dell'Isis, gli hacker del califfato hanno lanciato in rete una lista di nomi ed indirizzi di 156 primule rosse dell'Us Air Force, a disposizione di mandatari islamici attivi in terra americana.

C'è anche un precedente: il 21 marzo scorso, in cento si erano ritrovati nella lista nera. Come a dire: "Attenti! Noi sappiamo chi siete". La guerra si trasferisce entro le mura domestiche e non più solo nei centri dal forte valore simbolico e gremiti di europei.