Mentre Marco veniva lasciato barbaramente morire nella sua lenta agonia, la famiglia Ciontoli, invece di aiutare il povero ragazzo, ha pensato bene di coprire la verità. Ecco cosa Antonio Ciontoli (48 anni), suocero di Marco Vannini (20), ha dichiarato dinanzi ai giudici: "Ho chiesto riservatezza ai medici, temevo di perdere il lavoro". Riguardo il ritardo dei soccorsi, l'uomo ha poi affermato: "Prima di chiamare un'ambulanza abbiamo deciso di lavarlo". Dichiarazioni deboli, a dir poco infantili, che non reggerebbero in alcuna aula di tribunale.
Questa versione dei fatti che l'uomo ed i suoi famigliari hanno raccontato, non ha affatto convinto gli investigatori. La famiglia di Martina, la fidanzata di Marco, non ha fatto altro che nascondere la verità. Antonio Ciontoli è al momento indagato per omicidio, ma nonostante tutto, è ancora a piede libero.
Una versione dei fatti troppo illogica
L'uomo, accusato dell'omicidio del giovane genero, è stato interrogato dal pubblico ministero di Civitavecchia Alessandra D'Amore e dai carabinieri. Egli, nonostante tenda ad arrampicarsi sugli specchi per discolparsi, continua a dichiararsi innocente. Eppure il tempo per salvare Marco c'era eccome! Il ragazzo, lo ricordiamo, è stato ucciso da un colpo di pistola Calibro 9, al momento si sta indagando sulla natura dell'omicidio, se colposo o volontario.
Il Vannini è arrivato al pronto soccorso oramai agonizzante ed in condizioni disperate. Magari, se non fosse stata disdetta la prima ambulanza chiamata dopo il ferimento mortale di Marco, probabilmente adesso non staremmo parlando di questa triste vicenda. L'omicidio è avvenuto a Ladispoli, nella villetta della famiglia Ciontoli, il 20enne è stato colpito in bagno mentre si stava lavando nella vasca.L'arma di Antonio Ciontoli si trovava, assieme ad un'altra pistola, all'interno diun marsupio.
Il ragazzo è stato ferito precisamente alla spalla ed è in seguito morto presso la Casa della Salute Ladispoli-Cerveteri.
Era il loro unico figlio
I genitori di Marco, Marina Conte e Valerio Vannini, sono distrutti dal dolore, era il loro unico figlio ed ora chiedono che sia fatta luce su questa oscura ed insensata vicenda, affinchè gli assassini del loro figliuolo paghino il loro debito con la giustizia.
Il 20enne svolgeva l'attività di bagnino, ma il suo sogno era entrare nell'Arma dei Carabinieri, come aveva fatto un suo cugino. Un sogno spezzato crudelmente. Antonio Ciontoli ha dichiarato che il colpo di pistola sia partito accidentalmente, mentre l'arma stava candendo per sbaglio nella vasca in cui Marco si stava lavando; possibile però che l'uomo, sottufficiale della Marina Militare e presumibilmenteesperto di armi da fuoco, non si sia premunito di mettere la sicura sull'arma?