Il primo: "Hai sbagliato destinazione...". Il secondo: "Non sono io che li mando...". Il terzo: "Ma che roba è questa...". Il quarto: "Ma non capisco...". Uno dei tanti dialoghi apparsi nelle chat di un noto social network nella serata di ieri. Un continuo "botta e risposta" causato da una "pioggia" di video a "luci rosse" partiti anche da una lunga serie di account di utenti nisseni, a loro insaputa. Sarebbe stato un virus a scatenare quello che è stato definito una sorta di "inferno" telematico, che ha creato non pochi disagi fra coppie e famiglie.

E in queste ore a Caltanissetta non si parla d'altro nei luoghi di ritrovo. I video sono stati visualizzati in centinaia di profili, dopo che dall'account dei mittenti, in prevalenza donne, era stato effettuato il cosiddetto "tag" relativo ai soggetti destinatari.

Nel volgere di poco tempo, il centro assistenza del social network in questione è stato tempestato da decine di richieste di rimozione dei contenuti volgari, con esplicite scene di sesso - con un titolo in un italiano improbabile, contorto, in più casi senza senso - che venivano immediatamente bloccati. Non tutti, però. A quanto pare altri continuerebbero a circolare ancora in decine di bacheche virtuali, senza censure. In molti si sono visti inviare tali video da casalinghe, studentesse, professioniste e non solo, completamente ignare, anche attraverso messaggi "spam".

Così quando uno dei destinatari rispondeva, anche gli altri visualizzavano la risposta, ritenendola diretta. Insomma, l'insolita situazione causava anche un vortice di equivoci fra i partecipanti, inconsapevoli, alla discussione.

In occasioni del genere, dicono gli esperti della rete, occorre sempre evitare di aprire contenuti sospetti, dannosi soprattutto per la sicurezza, anche se ci troviamo di fronte a invii effettuati da amiche e amici.

Qualcuno, ieri, non credeva ai propri occhi quando fra i messaggi ricevuti c'era anche quello della vicina di casa, che lo invitava a guardare quelle scene. Inevitabili i momenti di stupore e smarrimento. A dimostrazione che spesso basta poco, anche un semplice video, per mandare in tilt i pc e in confusione gli internauti, anche quelli di lungo corso.