Anche il processo d'appello ha sentenziato l'ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, le due donne accusate di aver ucciso la piccola Sarah Scazzi in quel caldo pomeriggio del 26 agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto. Le due donne erano già state condannate alla massima pena, in primo grado, i giudici di secondo grado non hanno fatto altro che confermare la stessa condanna, nonostante le obbiezioni della difesa.
Pretendo la verità per poterle perdonare
Concetta Serrano la mamma di Sarah, non si accontenta della conferma dell'ergastolo a carico della nipote Sabrina e della sorella Cosima.
La donna come suo solito, ha atteso la sentenza in silenzio e con disarmante pacatezza, ma poi ha comunicato tramite i media che la sentenza non basta per poter mettere una pietra sopra e perdonare le due donne. Concetta vuole la verità per bocca delle due imputate, una verità che porterebbe al perdono definitivo dopo cinque anni dalla morte della sua piccola bambina. Si è trattato di un delitto quasi perfetto, consumato in famiglia, dove i protagonisti, secondo l'accusa si sono resi tutti partecipi, anche nella fase di occultamento del corpo senza vita di Sarah. Depistaggi, false dichiarazioni, accuse reciproche tra padre e figlia, ritrattazioni, manovre telefoniche, sono state tutte azioni eseguite per mettere fuori strada gli investigatori.
Queste sono le conclusioni del Pubblico Ministero di Taranto Antonella Montanaro.
Il tentativo della difesa di smontare l'accusa
I tentativi dei legali della difesa, con i risultati di nuove perizie, sono stati vani, i periti infatti non sono riusciti a dimostrare alla Corte, l'effettiva posizione dei telefonini di Cosima Serrano nel momento esatto dell'omicidio.
Gli avvocati inoltre non hanno potuto raccogliere altri elementi utili per poter scagionare le due donne. L'unica cosa che si poteva fare era ricorre al terzo grado di giudizio, la Cassazione, la sentenza definitiva che potrebbe mettere fine a cinque anni di dolore e passione per la famiglia Scazzi. Al momento l'ergastolo ha il sapore di condanna finale per mamma e figlia Misseri, le quali a meno di qualche colpo di scena, sarebbero condannate al carcere a vita, nonostante fuori c'è un certo Michele Misseri che si professa colpevole da molto tempo, dopo però aver accusato nell'incidente probatorio la propria figlia e dopo aver cambiato versione decine e decine di volte. Se vuoi rimanere aggiornato sui miei articoli, oppure su questo argomento, clicca sul bottone “Segui” vicino al mio nome ad inizio articolo.