È poco più che un bambino il minorenne che la sera del 17 agosto a Portovenere, in provincia di La Spezia, è stato ricoverato d'urgenza in coma etilico dopo aver trascorso una serata con gli amici. La bevanda incriminata, consumata dal gruppo di giovanissimi, è vodka. Si parla di tre bottiglie acquistate da una ragazzina quattordicenne presso un minimarket a La Spezia.
L'epilogo
Il ragazzino è fuori pericolo ed è stato dimesso dall'ospedale, dovrà comunque essere sottoposto ad ulteriori controlli ed accertamenti. Nel frattempo è stato individuato e denunciato il titolare dell'esercizio commerciale che ha venduto alla quattordicenne la vodka, infatti la vendita di alcolici ai minorenni è vietata.
La domanda sorge spontanea: è sufficiente vietare la vendita di alcool ai minorenni per arginare il problema? Purtroppo l'estate del 2015 ha visto protagonisti tantissimi giovani che per “sballarsi” fanno uso di droga e alcool con conseguenze talvolta letali. I divieti ci sono ma probabilmente manca la prevenzione.
Questo caso specifico vede protagonista un gruppo di ragazzini poco più che bambini che probabilmente non era neppure a conoscenza dei rischi che si corrono assumendo alcolici e che aveva la libertà di trascorrere una serata in completa autonomia, cioè lontano dalla “supervisione” dei genitori e con in tasca un discreto gruzzoletto che gli ha consentito di procurarsi l'alcool.
Chi ha sbagliato?
Sicuramente il venditore che non ha rispettato la legge. Ma gli altri adulti che ruolo hanno in questa storia? Mi riferisco ai genitori che consentono ad un bambino di trascorrere una serata da solo in giro con un gruppo di ragazzini senza nessun controllo da parte di qualche adulto, alla Scuola che ha il compito di istruire i bambini e di insegnargli insieme alle famiglie, cosa è bene e cosa è male.
Probabilmente qualche estraneo avrà pure notato l'allegra combriccola intenta a tracannare vodka ma non si sarà scomposto più di tanto o per lo meno non fino al punto di arrivare a segnalare la cosa alle forze dell'ordine. Purtroppo viviamo in una società in cui va di moda il permissivismo sia da parte delle istituzioni sia da parte delle famiglie con il risultato che siamo ormai allo sbando.
È necessario che ci riappropriamo della nostra dignità e solo se conosciamo la differenza tra bene e male, tra giusto e sbagliato possiamo costruire una società civile nel rispetto delle regole e soprattutto di noi stessi. È necessario che certi comportamenti vengano seriamente condannati, è necessario che chi di dovere si impegni a far rispettare le regole ed a condannare e punire chi sbaglia ed è altrettanto importante capire e far capire che se non si rispettano le regole non si rischia solo una punizione ma anche la vita.