Era il 25 settembre 2005 e Federico Aldrovandi, un giovane come tanti, stava facendo ritorno nella sua casa di Ferrara, dopo una serata passata fuori con gli amici. Una strada percorsa mille volte, ma che quella notte non l'ha ricondotto a casa. Sì, perchè Federico ha incontrato la morte in un parchetto poco distante da dove viveva con la sua famiglia. La notizia sarebbe già abbastanza tragica così, ma lo è ancora di più quando si viene a sapere, specialmente dopo una atroce vicenda legale, che quella morte sia sopraggiunta per mano di quattro agenti della Polizia di Stato, intervenuti sul posto.
I fatti
L'intervento della forza pubblica viene richiesto da alcuni abitanti della zona per un ragazzo in evidente stato di agitazione psico-motoria. Gli agenti intervenuti sul posto (si scoprirà poi) esercitarono una forza eccessiva (è quanto è emerso dalle carte processuali e dalle numerose testimonianze rese), tanto da non fermarsi nemmeno davanti alle grida di aiuto e pietà che lanciava il giovane durante la collutazione. Il giovane è deceduto per eccessiva compressione toracica che ha portato al collasso cardiaco. Gli agenti coinvolti sono stati tutti condannati, fino in Cassazione, a tre anni e sei mesi.
La battaglia legale
Una tragedia di tale portata non può certo lasciare indifferenti, specie quando viene portata per mano dei servitori dello Stato.
Un ruolo di assoluto rispetto e ammirazione quello assunto dalla mamma di Federico, che ha dovuto fin da subito affrontare una dolorosissima battaglia personale contro coloro che da sempre hanno cercato di distorcere la realtà dei fatti. Attacchi giunti dai sindacati di polizia, dal senatore Giovanardi, dai poliziotti coinvolti nella vicenda, che a turno hanno cercato di puntare il dito contro il ragazzo cercando di dipingere una realtà distorta molto vicina al mondo della droga e del disagio giovanile.
Nel corso del processo sono emersi anche numerosi tentativi di intimidazione verso gli amici di Federico al fine di delineare un contesto diverso da quello che emergeva dai fatti realmente accaduti.
Il ricordo
AFerrara è stata fondata una associazione in ricordo di Federico. In occasione di questo anniversario sarà organizzata una due giorni di musicaed eventi.
Il 25 settembre al circolo Arci Bolognesi si apre la mostra "Licenza di tortura". Il giorno seguentein Sala Estense è organizzatoun incontro sul reato di tortura, seguitoalle 18 da un concerto nel quale si esibiranno Thomas Cheval, iPunkreas, Strike e i 99 Posse.