Cristian Barilli, pm di Milano, ha chiuso le indagini che riguardavano i genitori della piccola Aurora, morta il 26 febbraio scorso. La causa del decesso accertata è un arresto cardiocircolatorio. Questo arresto è stato provocato da uno stato di disidratazione piuttosto grave, seguito da una iponutrizione cronica.

L'accusa e le indagini

La famiglia è stata accusata di maltrattamenti.Il pm ha iscritto nel registro degli indagati per omesso referto il medico del pronto soccorso San Carlo di Milano. Visitò Aurora 20 giorni prima del decesso.Ha chiesto però l'archiviazione in quanto, pur di fronte a una condotta 'superficiale', non ha ravvisato il dolo.

È accertato che la bimba vivesse insieme ai genitori e al nonno paterno. Il luogo di residenza risultava insalubre e le condizioni igieniche precarie. Il frigorifero presentava anche diversi scarafaggi al suo interno. Il nutrimento della bimba, inoltre, risultava gravemente insufficiente. La sua dieta era composta di camomilla e latte diluito con acqua. Un'alimentazione non idonea ad una bimba di 9 mesi. Aurora, inoltre, veniva lasciata per diverse ore nella sua culla senza avere la possibilità di cambiare la sua posizione.

L'autopsia

In seguito all'autopsia sono stati rivelati ulteriori segni di maltrattamento. In primis è emersa una deformazione del cranio e una piaga sulla schiena (provocata dalla ridotta mobilità della bimba).

Sulla piccola è emersa anche una dermatite dovuta alla mancanza di sostituzione frequente del pannolino. Sono stati rivelati anche danni ai polmoni, probabilmente a causa dell'ingestione di liquidi e cibo assunti in posizione supina. Ad aggravare la situazione risulta anche la mancanza di visite periodiche da parte del pediatra.

Aurora fu portata in pronto soccorso in due diverse occasioni e nonostante la "magrezza patologica" non venne fatta dal medico nessuna segnalazione alle autorità competenti.

La pena

I genitori sono stati accusati di maltrattamenti in famiglia (con l'aggravante della morte di un minore). Il decesso non è stato voluto ma era comunque prevedibile ed evitabile.

I genitori rischiano una condanna che varia dai 12 ai 24 anni.

I genitori, entrambi disoccupati, vivono grazie alla pensione del nonno paterno. Dopo il decesso, hanno tentato di ripulire la propria abitazione con scarsi risultati. Il degrado era comunque visibile.