Chiuse le indagini preliminari sul delitto del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre 2014 in Sicilia - a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa - probabilmente dalla madre Veronica Panarello, ancora rinchiusa nel carcere di Agrigento. Il capo d'imputazione formulato dalla procura della repubblica di Ragusa è quella di omicidio volontario e occultamento di cadavere aggravati dal vincolo di parentela, così come ha spiegato all'Ansa l'avvocato Francesco Villardita, che difende la giovane mamma siciliana presunta infanticida del figlio di otto anni forse in preda a un raptus di follia.

Infanticidio Loris Stival, notificata chiusura indagini preliminari

Adesso la difesa di Veronica Panarello ha venti giorni di tempo per poter presentare memorie difensive o produrre altri atti ritenuti utili ai fini dell'indagine.

C'è ancora cautela sulla strategia difensiva, si attende di conoscere adesso gli esiti delle indagini fini qui svolte e in particolare dell'incidente probatorio sui video ripresi dalla telecamere di sorveglianza si Santa Croce Camerina nel giorno del delitto di Loris. Le immagini inchioderebbero alle sue responsabilità Veronica Panarello, secondo l'accusa. Di diverso avviso la difesa. "Attendiamo - ha detto all'Ansa l'avvocato Francesco Villardita - di vedere gli esiti dell'incidente probatorio sulle immagini, prima di decidere come procedere . Vaglieremo tutte le opzioni - ha aggiunto il legale di Veronica Panarello - anche l'eventuale ricorso a riti alternativi. Ma lo faremo soltanto - ha sottolineato - dopo avere preso e letto tutti gli atti confluiti nell'inchiesta".

Probabilmente verrà scelto il rito abbreviato, che consentirebbe all'imputata di svolgere un processo più breve, davanti al Gup, che dovrà valutare gli indizi di colpevolezza allo stato degli atti, diversamente da quanto previsto, invece, dal rito ordinario. In questo caso, in caso di condanna, la pena viene ridotta di un terzo.

L'avvocato di Veronica Panarello: valuteremo anche riti alternativi

L'avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal Pm Marco Rota, il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio dell'indagata, è stato notificato alla mamma di Loris nel carcere agrigentino di contrada Petrusa. Nessun atto, al momento, è stato notificato a Orazio Fidone, difeso dagli avvocati Piero Savà e Giorgio Assenza, segno che lascia intendere che con molta probabilità la posizione del cacciatore - l'uomo che ritrovò il cadavere del piccolo nei pressi di un torrente nella zona di campagna del Vecchio Mulino e inizialmente iscritto nel registro degli indagati - è stata stralciata dall'inchiesta e presumibilmente si andrà verso la richiesta di archiviazione.