C’è una svolta importante che riguarda un fatto di cronaca dell'anno scorso, che aveva impressionato l’Italia perché coinvolgeva un bambino di pochissimi anni. Ci sono due ordini di arresto per il brutale omicidio di Cassano allo Jonio datato gennaio 2014 nelle persone diCosimo Donato e Faustino Campilongo. In quell'episodio vennero assassinati a colpi di pistola, con i cui corpi che vennero poi abbandonati in un’auto data alle fiamme, un 52enne, la sua compagna ed il suo nipotino di tre anni. L’indagine è stata compiuta dai carabinieri del Ros della procura di Catanzaro.
In un’intercettazione resa pubblica che ha portato alla svolta delle indagini, uno dei due indagati parla con tono preoccupato del possibile ritrovamento di una pistola, la stessa usata per il brutale omicidio (causato da contrasti col traffico di droga) di Giuseppe Iannicelli, della sua compagna ventisettenne marocchina Ibtissam Touss,e del suo nipotino di 3 anni, Cocò, che viveva con il nonno. I due indagati già in carcere per altri reati sono stati raggiunti oggi dall’ordine di arresto per quella mattanza.
Il nonno usava il nipotino come uno scudo umano
Il generale Giuseppe Governale del Ros afferma: ‘gli uccisori lo hanno attirato praticamente in una trappola, e pur di portare a termine il loro compito, lo hanno ucciso sebbene fosse in compagnia di una ragazza poco più che ventenne e del piccolo Cocò.’ Resta da accertare se furono i due indagati, amici di Iannicelli e registi del mortale agguato, a sparare.
L’inchiesta non si ferma, spiega il capo della Procura di Catanzaro, Antonio Lombardo, che aggiunge in seguito: ‘Il nonno portava sempre con sé il bimbo, quasi come una forma di assicurazione sulla propria vita, perché pensava che mai nessuno avrebbe osato sparare anche contro un bimbo.’
Papa Francesco ne aveva parlato all'Angelus
La tragedia del piccolo Nicola Campolongo, detto Cocò, aveva sollevato sconcerto ed indignazione generale.
Papa Francesco, durante l’Angelus della domenica successiva alla strage di Cassano, rivolse un commosso ricordo al bambino vittima della furia mafiosa: ‘Vorrei rivolgere un pensiero a Cocò Campolongo, che a tre anni è stato bruciato in macchina a Cassano allo Jonio. Questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità. Preghiamo con Cocò che di sicuro è con Gesù in cielo.’