Francesco Sicignano (65 anni) si difende dalle accuse di omicidio, egli avrebbe solamente difeso la sua incolumità personale e quella della sua famiglia. Ecco le sue dichiarazioni: "Ho sorpreso il ladro in cucina, sembrava armato ed ho fatto fuoco". Gli inquirenti al momento stanno indagando per omicidio volontario, in quanto la sua versione non sembra attendibile. Il ladro, lo ricordiamo, è stato trovato morto sulle scale della casa del signor Sicignano. Il fattaccio è accaduto a Vaprio d'Adda, in provincia di Milano. Sembra inoltre che il ladro deceduto, Gjergi Gjoni (22 anni) non abbia agito da solo, ma avrebbe avuto degli aiutanti.

A dirlo è lo stesso anziano il quale ha dichiarato: "Ho notato altri due complici fuggire". Dinanzi alla villetta dell'uomo è stato inoltre appeso uno striscione con sopra scritto: "La difesa è sempre legittima". Ora è caccia ai complici della vittima. C'è da dire inoltre che il Sicignano aveva già subito altri 2 furti precedentemente.

Francesco Sicignano è in piena buona fede?

A causa delle brutte esperienze passate, il 65enne aveva adottato l'abitudine di tenere la sua pistola sul comodino. Come è già stato detto, probabilmente l'uccisione di Gjoni è stata dettata dall'istinto, probabilmente l'uomo ha temuto il peggio per lui e per la sua famiglia. Supposizioni certo, ma comunque molto realistiche.

Intanto la famiglia della vittima ha chiesto la perizia psichiatrica per Sicignano. Francesco Mongiu, legale e portavoce dei Gjoni, ha dichiarato che in casi come questi, un'analisi circa l'indole dell'uomo è fondamentale; essa servirà a chiarire se la sparatoria sia stata un'azione frutto della sua "forma mentis".

C'è ancora molto da chiarire

Come abbiamo già accennato ad inizio articolo, Sicignano ha dichiarato di aver sparato al ladro in cucina, stranamente però, in tale stanza non è stata trovata neanche una goccia di sangue. Un altro dubbio sollevato dal pm Antonio Pastore e dal procuratore aggiunto Alberto Nobili (che coordinano le indagini), riguarda la reale traiettoria de proiettile.

Ai microfoni di SkyTg24, il 65enne ha affermato: "Sono rammaricato di quello che ho fatto ... E' dal 2008 che dormo con la pistola sul comodino". Gjergi Gjoni è stato trafitto al cuore dalla pallottola, egli aveva il decreto di espulsione e, secondo la legge, non si sarebbe dovuto trovare ancora in Italia. Il giovane risiedeva a Trezzo sull'Adda e sulla sua fedina penale pesavano già dei precedenti per furto.

Le spiegazioni dell'avvocato Bocciolini

L'avvocato Daniele Bocciolini, collaboratore della nota rivista settimanale Giallo, ha dichiarato: "Se non era in casa non era legittima difesa". Infatti, pensionato di Vaprio d'Adda era inizialmente indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

Ora la sua posizione si è aggravata, in quanto, come già detto è accusato di omicidio volontario. Bocciolini ci viene incontro spiegandoci che: "I presupposti per la legittima difesa sono due. Da una parte l'aggressione subita deve essere ingiusta ed attuale, dall'altra la reazione deve essere necessaria per salvare il bene minacciato e proporzionata all'offesa ... Nel caso del pensionato aggredito, la Procura dovrà tenere conto di alcune circostanze, tipo se l'uomoè stato minacciato o aggredito e sul perchè sia stata usata una pistola se il ladro era disarmato ... L'iscrizione per omicidio volontario è un atto dovuto, poichè l'omicidio effettivamente è avvenuto".