Il mondo intero in lutto, l'attacco terroristico che ha colpito Parigi è un colpo al cuore dell'Europa e fa preoccupareil restante dei paesi minacciati pubblicamente dall'Isis. La parola Isis viene affiancata spesso alla parola Jihad, definita come guerra santa ed è costituita in modo piramidale con il Califfo a capo, Abu Bakr al-Baghdadi, che a sua volta ha due vice, uno per l'Iraq e l'altro per la Siria. Una vera e propria organizzazione che ha a disposizione altri vice che prendono ordini dai designati per Siria e Iraq, in più altri responsabili, consulenti ed un grande esercito di sostenitori territoriali e non.

Il Califfato e la chiamata alle armi

L'Isis si è autoproclamato Califfato dopo circa 90 anni, l'ultimo venne abolito nel 1924, questa proclamazione vanta la sovranità su 57 paesi definendo una vera e propria chiamata alle armi a milioni di sunniti, in considerazione del fatto che storicamente i Califfi erano i primi successori di Maometto. Uno degli obiettivi principali del Califfato è quello di invadere, attraverso l'attacco dei miliziani, le altre città conquistandole in modo brutale e senza pietà, imponendo ai sopravvissuti la loro visione e le loro regole dello stato fondamentalista islamico.

Una guerra che vale 600 milioni

Il quadro generale della situazione internazionale nei confronti del terrorismo Islamico è poco chiaro, le fonti certe riferiscono che il Califfato dell'Isis vanta un fatturato da capogiro.

Grazie al mercato nero del petrolio avrebbero un guadagno giornaliero che oscilla tra 1 e 2 milioni di dollari al giorno, un corrispettivo di 25-40 barili secondo il New York Times. Oltre all'oro nero, possono vantare anche il ricavato delle imposte ai sudditi e dalla vendita di reperti archeologici come quelli di Palmira dove venne ucciso e torturato brutalmente l'ex direttore al fine di portare a termine la conquista delle rovine romane.

Una guerra, quella al terrorismo islamico, che porterebbe per l'ennesima volta alla conquista dell'Oro Nero e che confermerebbe in parte, le teorie che vedono le tante Nazioni impegnate nella lotta al terrorismo in corsa ad accaparrarsi, in caso di vittoria, del prestigioso premio di circa 600 milioni di dollari annui.