Lo sciopero di venerdì 13 novembre 2015 del mondo della scuola contro la riforma Renzi-Giannini ha vissuto momenti di alta tensione in diverse città. Le maggiori difficoltà si sono registrate a Napoli dove, in seguito a scontri tra poliziotti e studenti, si sono contati sei feriti, per fortuna lievi. Le riprese delle telecamere hanno mostrato il tentativo di sfondamento, da parte di un nutrito gruppo di studenti, del cordone della polizia che ha generato la reazione delle forze dell'ordine a colpi di manganello.

Napoli, Milano e Torino, venerdì 13 novembre: cortei contro la Buona Scuola di Renzi

Grande tensione anche a Milano dove gli agenti di polizia, in tenuta antisommossa, sono intervenuti con una pressione di alleggerimento nei confronti di circa quattromila manifestanti che stavano cercando di raggiungere la sede del Miur: un docente di 50 anni e una ragazza di diciotto sono rimasti feriti leggermente al capo.

Anche a Torino si sono registrati incidenti: alcune centinaia di studenti, oltre ad alcuni insegnanti dei sindacati di base, hanno sfilato nel cuore del capoluogo piemontese con slogan come 'La Buona Scuola la boicottiamo, noi non ci arrendiamo'. In piazza Castello è stata data al fuoco una bandiera del Partito Democratico mentre in Corso Vittorio Emanuele sono state lanciate delle uova contro la sede torinese dell'Ufficio Scolastico Regionale.

Sciopero scuola, a Firenze e Roma slogan contro Renzi e il governo

Sciopero della scuola particolarmente sentito (e non poteva essere altrimenti...) anche a Firenze, dove i manifestanti hanno lanciato del terriccio contro la sede del Consiglio regionale, urlando frasi offensive e slogan all'indirizzo, soprattutto, del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e del suo governo.

A Roma, proteste vigorose, striscioni e fumogeni ma nessun particolare problema di ordine pubblico: un ampio corteo partito da piazzale Ostiense, composto da insegnanti, presidi, educatori, Ata e Dsga, ha raggiunto piazza Montecitorio. Per martedì prossimo, 17 novembre 2015, è stata indetta una nuova mobilitazione, stavolta promossa dalla 'Rete della Conoscenza'.