Non ha dubbi Gentiloni: lo Stato Islamico è in difficoltà. Proprio per questo il leader al Baghdadi avrebbe diffuso un messaggio aggressivo nella giornata di Santo Stefano. Un messaggio in cui mette subito in chiaro che l'autoproclamato Stato Islamico, nonostante i bombardamenti, non sta affrontando alcun momento di crisi. Un messaggio che suona più come motivazionale nei confronti dei suoi fedelissimi che realmente aggressivo nei confronti dei nemici dell'Isis.

Infatti l'Isis negli ultimi mesi avrebbe perso diversi territori in Iraq e sarebbe rimasto pesantemente provato dai bombardamenti, in particolare da quelli russi.

Rispetto al 2014 - anno in cui l'Isis era cresciuto significativamente - quello del 2015 è stato l'anno della contrazione. Queste le parole che il sociologo dell'islam Renzo Guolo ha pronunciato ai microfoni di Repubblica.Ovviamente la sconfitta è ancora lontana, di questo il ministro Paolo Gentiloni, che affida le sue riflessioni alle colonne di Repubblica, ne è più che certo.

Italia in prima linea

L'italia, pur non essendo coinvolta nei bombardamenti che di recente hanno interessato le zone dell'autoproclamato Stato Islamico, prenderà comunque parte ad alcune operazioni. In particolare, fa sapere Gentiloni, i soldati italiani saranno impegnati in Iraq. Per adesso, i 450 uomini dell'arma inviati a Mosul non saranno coinvolti in nessun tipo di combattimento ma proteggeranno i lavori di ripristino della diga.

L'impegno dell'Italia, però, non termina qui: i soldati italiani sono allo stesso modo impegnati dell'addestramento dei peshmerga. E anche i poliziotti e le forze di sicurezza destinate al governatorato di al-Anbar sono addestrate dalle forze italiane. Questi l'impegni dell'Italia, ancora lungi dall'essere coinvolta in un qualsiasi scenario di guerra.

Allerta in Austria

Nessun tipo di evento verrà annullato ma l'allerta è valida per tutte le capitali d'Europa inclusa Vienna, da cui arriva la notizia dell'allerta terrorismo in un momento particolare per l'Occidente, a cavallotra natale e Capodanno. Un periodo in cui avrebbero voluto agire - secondo quanto rivelato dagli inquirenti - anche un gruppo di 11 presunti terroristi arrestatiil 22 dicembre nella periferia di Sarajevo.

Non esisterebbero segnalazioni precise con tanto di luogo e ora ma una lista di persone da tenere d'occhio. I controlli, però, non avrebbero evidenziato alcun risultato concreto. Al di là di tutto la minaccia sarebbe concreta e arrivata dall'intelligence di un paese amico, almeno come riferito dalle autorità austriache. Per questo motivo le forze dell'ordine si sono limitate a intensificare i controlli e a rafforzare la sicurezza nei luoghi sensibili.

Verso l'Italia nessuna minaccia concreta, anche se lo stato di allerta rimane elevatissimo e niente viene sottovalutato, sopratutto in una città come Roma, ora impegnata nel Giubileo della misericordia. "Siamo un bersaglio come lo sono molti altri paesi europei impegnati nella lotta all'Isis" ha detto a Repubblica Renzo Guolo, sociologo esperto di Islam.