Arriva da Paternò in provincia di Catania l’ultimo inchino della statua di una santa ad un mafioso, il questore ha però bloccato la processione, ma è soltanto l’ultimo di una serie di analoghi episodi. È di santa Barbara l’ultima statua che, ignara, viene profanata con questo gesto. Santa protettrice dei minatori, vigili del fuoco, marinai, artiglieri, lei che protegge dai fulmini, esplosioni e morti improvvise ed è patrona di Paternò. Ieri 3 dicembre sfilava per le vie del paese con un sottofondo musicale suonato da una tromba che intonava la famosa musica del film ‘il padrino’ di Nino Rota.

La mafia siciliana vive anche di queste cose.

Chi è il padrino?

Il padrino in questione è uno dei fedelissimi di Nitto Santapaolache si trova in carcere dal giugno 2010, ma la sua famiglia ieri era in casa, e davanti a quella casa i portantini hanno fatto inchinare, per ben due volte alle 12:55 ed alle 13:20, la statua della santa. Per fortuna ci sono i carabinieri presenti a segnalare la cosa al questore di Catania, che vieta subito ai comitati organizzatori di partecipare alle manifestazioni religiose di oggi e di domani. Purtroppo la cosa era già successa nel luglio ed agosto dello scorso anno ad Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, quando la statua della Madonna fece una deviazione per fermarsi sotto la casa di un boss ergastolano.

A Palermo, la sfilata del Carmine rese onore al boss del paese che era stato anche il suo covo, a Porto Empedocle, invece, l’omaggio del boss lo fece la statua di san Calogero.

Il questore ferma i ceri

È stato immediato, in questo caso, l’intervento del questore di Catania, Marcello Cardona, che dichiara: “Ci sono purtroppo delle procedure comportamentali, per fortuna sempre meno rispetto al passato, che strizzano l’occhio a quei rapporti patologici che hanno condizionato da sempre la storia del Sud.

Però dobbiamo rilevare, con grande orgoglio istituzionale, che le forze dell’ordine, in questo caso l’arma dei Carabinieri di Paternò, ha immediatamente individuato questa situazione. La chiara forza intimidatrice del potere mafioso è stata subito contrastata dalla ferma azione dei Carabinieri che hanno subito effettuato il ‘fermo’ del ceri sotto la casa del pregiudicato, che faceva sembrare la manifestazione come se si svolgesse in onore di questa persona. Si vedrà poi se sono stati commessi anche altri reati.”