Continuano ad emergere novitàsconcertanti circa l'omicidio di Marco Vannini (20 anni al momento della morte), ucciso a Ladispoli il 17 Maggio scorso a casa dei suoceri e della fidanzata Martina. Antonio Ciontoli (48 anni), padre della ragazzadi Marco, avrebbe mentito varie volte per il semplice scopo di proteggere la sua carriera di militare. "Ho sparato per gioco" ha dichiarato il Ciontoli, il quale ha continuato: "Marco urlava ed io pensavo alle conseguenze sul mio lavoro".

Le sconcertanti dichiarazioni di Antonio Ciontoli

Il 48enne, padre di Martina e Federico (cognato di Marco e fidanzato di Viola), avrebbe sparato al genero per gioco.

Non pensava che la pistola fosse carica. In realtà nell'arma vi erano ben due proiettili, uno di essi è stato fatale per il giovane bagnino. Una testimonianzaimportante, una nuova versione che vorrebbe la morte del Vannini essere stata causata da un semplice scherzo rivelatosi fatale. Per l'omicidio del ventenne, oltre ad Antonio, sono al momento indagati anche sua moglie Mary, Martina, Federico e la stessa Viola, ossia tutti coloro che erano presenti a casa Ciontoli la sera dell'omicidio. Il ragazzo, è d'uopo ricordarlo, morì dopo quattro ore di profonda agonia. Avrebbe varie volte gridato aiuto e richiesto soccorsi, negati da quelle stesse persone che lo avrebbero dovuto proteggere. Precedentemente, il Ciontoli dichiaròche lo sparo fu un fatale incidente dovuto al recupero da parte dell'uomo della pistola che stava cadendo nella vasca in cui il generosi stava lavando.

"Io e Marco avevamo un rapporto come padre e figlio-ha dettoil militare-quando gli ho mostrato la pistola rideva, stavamo giocando". Ancora più sconvolgente è stato ciò che l'uomo ha affermato riguardo la telefonata al 118. Marco aveva un proiettile nel braccio e gridava per il dolore. Ciontoli in un primo momento chiamò i soccorsi e proprio su tale punto, ha dichiarato questo: "Ho riferito che Marco si era fatto male con un pettine, l'ho detto pensando che non fosse una cosa grave.

In quel momento ho pensato al mio lavoro". Una bugia, questa, che ha ritardato i soccorsi, causando la morte del povero Vannini, un arrivo tempestivo dell'ambulanza gli avrebbe potuto salvare la vita.