Nell'ultima puntata del noto programma Mediaset Quarto Grado, i conduttori Alessandra Viero e Gialuigi Nuzzi sono tornati a parlare del caso di Yara Gambirasio (13 anni al momento della morte) la ragazzina di Brembate uccisa nel campo di Chignolo d'Isola sei anni fa. Al processo vi è al momento un unico indagato, Massimo Giuseppe Bossetti (45) muratore residente a Mapello. Numerose le prove e gli indizi nei suoi confronti, anche se, la alcuni di essi, sono ancora da approfondire ed accertare.

Il mistero della bolla in camera da letto

I due conduttori del programma Mediaset hanno fatto un piccolo excursus per svelare uno dei tanti misteri riguardanti Massimo Bossetti e la morte di Yara.

E' stato mandato in onda un video tramite il quale si è tornati "indietro nel tempo" a circa due anni fa, precisamente al 23 Luglio del 2014. Quel giorno, i Ris e i carabinieri di Parma entrarono all'interno dell'abitazione di Bossetti in via Piana di Sopra a Mapello. Gli inquirenti cercarono bolle, fatture, insomma, qualsiasi movimento dell'uomo nel giorno della scomparsa di Yara. Furono messe a soqquadro tutte le stanze dell'appartamento. Quel giorno fu sequestrato moltissimo materiale, come: dvd, materiali informatici e fatture. Tuttavia, un elemento importantissimo fu trovato nella camera da letto del carpentiere, oggetto di numerose indagini da parte degli investigatori. Un indizio molto più importante dei documenti contabili e fiscali trovati in soffitta.

Stiamo parlando di una bolla di accompagnamento datata 9 Dicembre 2010, emessa alle ore 10:41 e relativa all'acquisto di un metro cubo e sessanta di sabbia mista, presso la ditta Edilbonacina srl di Chignolo d'Isola, proprio vicino al campo in cui giaceva il corpo di Yara. Gli inquirenti si sono sempre chiesti del perchè il Bossetti abbia conservato tale bolla in camera da letto e, soprattutto, il perchè della sua presenza il 9 Dicembre 2010 a Chignolo.

Si era ipotizzato che il presunto assassino della Gambirasio fosse tornato lì a fare un sopralluogo qualche tempo dopo il delitto.

Il chiarimento in aula

Questo elemento importante è stato però chiarito in tempi recenti, dall'architetto Sergio Trivella, il quale nell'inverno del 2010, era responsabile di un cantiere presso Bonate Sopra (in provincia di Bergamo), di cui sono state mostrate alcune fotografie durante la prosecuzione del programma Mediaset.

Chiamato dall'accusa al banco dei testimoni, il dottor Trivella ha dichiarato che il Bossetti all'epoca lavorava presso il suo cantiere. Il pm Patrizia Ruggeri, magistrato accusatore, ha chiesto all'architetto se ricordasse chi erano coloro che lavoravano presso il cantiere di Bonate nel 2010, Trivella ha fatto i nomi di Osvaldo Mazzoleni e Massimo Bossetti. Il pm ha chiesto se la presenza del carpentiere 45enne sul posto, potesse essere confermata anche nel mese diDicembre 2010. L'uomo ha confermato, affermando inoltre che esistono foto che dimostrano il tutto. "Ho sempre detto ai carabinieri della presenza di Bossetti" ha riferito poi Trivella. Tali foto, in effetti, esistono realmente. Il mistero della bolla e della sabbia acquistata a Chignolo, è dunque stato risolto.