Il primo cittadino di Brindisi, Mimmo Consales, eletto tra le fila del centro-sinistra, è stato arrestato dagli uomini della Digos con l’accusa di corruzione,abuso d’ufficio, concussione e truffa. Le indagini riguardano la gestione dei rifiuti nella città della Puglia, oltre che per il sindaco, le manette sono scattate anche per un commercialista e un imprenditore. Per quest’ultimo, Luca Screti, si sono aperte subito le porte del carcere, mentre per i primi due - il commercialista è Massimo Vergara-sono stati disposti i domiciliari. Al centro delle indagini una gestione alquanto anomala dei rifiuti, una gestione che mirava a creare grossi affari e favorire determinate imprese a scapito di altre.
Tre anomalie hanno insospettito gli inquirenti: le modalità di differenziazione e trasporto dei residui solidi urbani, l’esclusione della zona industriale e dei centri commerciali dal bando per la raccolta e la gestione separata degli impianti di stoccaggio. Tutto è iniziato con il ricorso al Tar della Monteco, ditta che gestiva in passato la raccolta rifiuti in città. Il Sindaco Consales ha mandato a casa la Monteco perché non di suo gradimento ed ha provveduto ad affidare in maniera diretta l’appalto ad un’altra ditta che si è dimostrata inefficiente. Negli ultimi tempi a Brindisi il tema dei rifiuti ha suscitato tantissime polemiche con i cittadini sul piede di guerra per una città sporca e un servizio di raccolta non in grado di soddisfare le esigenze della popolazione.
La percentuale di raccolta differenziata è calata ai minimi storici, ma il primo cittadino ha continuato a dare fiducia all’impresa senza provvedere a preparare un bando per affidare il servizio.
Omissione nella rendicontazione e manutenzione
Questo però è solo un elemento oggetto delle indagini, poi ci sono altri aspetti ancora più gravi che devono ancora essere chiariti.
Uno di questi è la gestione dei rifiuti dell’area industriale e dei centri commerciali, servizio gestito a parte e per il quale gli inquirenti hanno registrato non poche anomalie. I rifiuti delle imprese venivano trasportati nella discarica, ma il gioco stava nel classificarli come rifiuti solidi urbani generici e non come rifiuti speciali.
Ultimo aspetto al vaglio degli inquirenti è la gestione degli impianti di stoccaggio in merito alla quale sarebbero state riscontrate diverse omissioni nella rendicontazione, e qui entra in gioco il commercialista, e negli interventi di manutenzione.