Un "cold case", un nuovo vecchio omicidio torna ad alimentare il dibattito sul "mostro" Minghella e pone nuovi interrogativi sulla sua storia carceraria. Si fa presto a paragonarlo ad unserial killercome Henry Howard Holmes, protagonistadel prossimo film di Scorsese e Di Caprio. Ma Maurizio Minghella non lo è quanto il suo conterraneo Donato Bilancia, che era preso dal raptus di uccidere donne sui treni, come ben racconta Ilaria Cavo in "Diciassette omicidi per caso".Nello stesso periodo Minghella, originario dell'entroterra di Genova, riprendeva ad uccidere prostitute.
Era la fine degli anni Novanta quando Minghella assassinò Loredana Maccario, la giovane marocchina Fatima H'Didou, l'ultrasessantenne e storica maitresse Cosima Guido detta "Gina" nel suo appartamento nel centro di Torino, e Tina Motoc, giovane madre di un bimbo di due anni.
Più che un serial killereraun rapinatore seriale con una forte aggressività sessuale. Come hanno stabilito le Corti d'Assise di Genova e di Torino che l'hanno condannato a un secolo e mezzo di carcere per omicidi, rapine e violenze carnali.La sua carriera criminale comincia a vent'anni con l'omicidio di una prostituta coetanea, Anna Pagano. Dopo aver commesso il delitto, cerca di depistare gli inquirenti, scrivendo sul cadavere "Bricate Rose" in luogo di Brigate Rosse.
La stessa estate uccide ancora a Genova: Giuseppina Jerardi, e dieci giorni dopo la quattordicenne Tina Alba. A fine agosto tocca alla ventunenne Maria Strambelli e prima di essere arrestato a dicembre, alla diciannovenne Wanda Scerra.
Un'incontenibile aggressività
Minghella faceva il pugile come i protagonisti del film "Rocco e i suoi fratelli",e come loro non è riuscito a controllare la propria violenza,passando ad un'aggressività antisocialecon i primi furti.Tre anni dopo l'arresto, la Corte d'Assise di Genova lo condanna all'ergastoloper i 5 omicidi a scopo di rapina da scontare nel carcere di massima sicurezza diPorto Azzurro.
Ma a 37 anni riesce ad avere la semilibertà e viene trasferito al carcere torinese delle Vallette,dove entra in una comunità di recupero, prestando servizio in una delle cooperative del Gruppo Abele, facendo ilfalegname dalle 17 alle 22.
Ma ci ricasca e torna a uccidere, per cui viene di nuovo condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Torino per 4 omicidi a scopo di rapina e per violenza carnale.
In quel processo era stato assolto per insufficienza di prove dall'omicidio commesso nella zona di Rivoli, nel torinese, dove aveva strangolato con una sciarpa la prostituta albanese Floreta Islami, di 29 anni. Era il giorno di San Valentino del '98.
Solo ieri, 8 marzo, la squadra mobile di Torino, dopo indagini condotte dall'Ufficio delitti insoluti per ilpmRoberto Sparagna, gli ha notificato nel carcere di Pavia una misura cautelare anche per questo omicidio. Nel precedente processo non era stata sufficiente la testimonianza di un'altra prostituta che non aveva riconosciuto con precisione l'assassino che inseguiva l'albanese. È stato necessario il test deldna, sul quale la ricerca scientifica ha fatto enormi progressi, rinvenuto sulla sciarpa di lana con cui è stata strangolata la donna.
E la zona era proprio quella in cui l'assassino si intratteneva a osservare le prostitute, oltre a quella di corso Regina Margherita.
Ilraptus omicidadi Minghella scattava soltanto se la donna reagiva al suo tentativo di rapina, si dimenava e scappava. Allora le inseguiva, le violentava, le uccideva e ovviamente portava via borsa e gioielli. Un serial killer uccide sempre e comunque. Una prostituta di Torino riuscì a salvarsi perché, dopo essere stata rapinata, pregò Minghella di lasciarla stare e lui se ne andò.