L'ospedale San Marcellino di Muravera"Chiuderà o non chiuderà", sono le premesse di un precedente articolo del settembre 2015, che aveva messo in dubbio la "resurrezione" di quest'ospedale che soffreper la mancanza di consensi da parte di una politica giustizialista, che da ormai 30 anni insiste sulla limitazione dei suoi servizi. Ricordiamo che il San Marcellino è uno di quei 175 "ospedaletti" che rientrano in quelle strutture che saranno private dei posti letto utili alla copertura chirurgica d'urgenza. Malgrado la Regione Sardegna sia al corrente del fatto che il "piccolo ospedale" supporti un'utenza di 18.000 persone tra Sarrabus, Sarcidano, Gerrei e bassa Ogliastra, a cui si aggiungono gli oltre 150.000 turisti che soggiornano nella zona per tutto il periodo estivo, sembrerebbe predestinato alla "morte" qualora il piano regionale non dovesse cambiare.
Coordinamento per salvare il San Marcellino
Il dubbio sulla motivazione della voluta e forzata "chiusura" dei reparti del San Marcellino, come di tutti i piccoli presidi ospedalieri del territorio, viene dalla notizia dell'apertura del nuovo Polo Specialistico (ex San Raffaele) di Olbia. Quest'ultimo, come comunicato lo scorso 6 giugno su Facebook dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha riaperto i battenti nel dicembre del 2015. Da qui si evince che la chiusura di tutti gli ospedali "minori",decretata dal "Patto delle Regioni" nel 2014, sia finalizzata ad incrementare la clientela dell'ospedale Olbia Mater a discapito di un ampio servizio, come quello offerto dalSan Marcellinoin oltre 50 anni di attività.
Al fine di contrastare la decisione della Regione, è nato un coordinamento di "forze locali" voluto dalla dottoressaMilena Moccodel consiglio di minoranza del comune di Muravera, dai consiglieri di maggioranza, dai sindaci del Sarrabus e da tutte le associazione che, unite al movimento di Lidia Todde(Presidente associazione Obiettivo Sanità Sardegna) e grazie anche alla partecipazione di Sandro Porcu, sindaco di Villaputzu e Presidente dell'Unione dei Comuni, ha garantito la riuscita della manifestazione del 5 marzo, in cui si è avuta l'ampia partecipazione di tutto il territorio interessato.
La manifestazione
L'assessore Regionale alla Sanità Luigi Arru, nel settembre 2015 aveva promesso il mantenimento in vita dell'ospedale, senza però assicurare il salvataggio dei posti letto che sarebbero "scivolati" verso gli ospedali di Cagliari e Lanusei (distanze proibitive per le esigenze dei pazienti in caso di richiesta di pronto intervento).
Da allora i cittadini del territorio hanno atteso notizie che non sono mai giunte, finché hanno aperto gli occhi, accorgendosi che l'imminente taglio e chiusura dei posti letto erano ormai imminenti.
Il "risveglio" ha portato tutti a unirsi nella manifestazione tenutasi con il consiglio comunale e i sindaci diMuravera, di San Vito, di Castiadas, di Villasimius e di Villaputzu, in un corteo di centinaia di cittadini che, da viale Rinascita, hanno raggiunto l'ospedale. Alla manifestazione si è unito anche il sindaco di Tortolì, Massimo Cannas, considerando doverosa la sua partecipazione, perché il Presidio Ospedaliero di Muravera è ritenuto indispensabile per garantire la tutela e la salute anche dei suoi concittadini.
Oggi siamo in attesa di sapere che cosa resterà dell'ospedale San Marcellino e degli interventi che sono stati apportati per il miglioramento e il rafforzamento della sua capacità territoriale, un tempo ritenuta necessaria e costata 5.917.080,69 euro. Questi lavori, tuttavia, sono stati vanificati dal progetto di inviare i malati verso altri distaccamenti.