L'aspetto più insolito dello scandalo "Panama Papers" è stata la comparsa dell'ormai ex primo ministro islandese Gunnlaugsson nella lista dei cattivi. L'Islanda è un paese che raramente fa notizia ma evidentemente c'è una buona ragione per il disinteresse ostinato dei media corporativi negli ultimi anni. Il paese ha recuperato dalla crisi finanziaria, ha fatto incarcerare ventinove banchieri corrotti di alto livello, e si è rifiutato di pagare gli obbligazionisti stranieri, dal momento che la crisi del 2008 ha devastato la sua economia. L'Islanda è riuscita a fare tutto questo perché aveva il controllo sulla propria moneta e un governo con orgoglio nazionale sufficiente per rischiare sfidando i poteri finanziari globali.

Il primo ministro costretto a lasciare

L'ex primo ministro Gunnlaugsson, costretto a lasciare dopo le proteste nel paese, era astutamente impegnato in operazioni finanziarie off-shore, ma al tempo stesso difendeva la sovranità nazionale dell'Islanda e il futuro economico dei suoi cittadini. La stampa internazionale ha ammesso che Gunnlaugsson non ha infranto nessuna legge, quindi tecnicamente sarebbe potuto rimanere al suo posto. Lui e sua moglie sostengono che la loro società off-shore (Witris), fosse già stata dichiarata il mese scorso, un fatto però non confutato dal consorzio di giornalisti investigativi che ha fatto da tramite per la trasmissione dei file e che è legato finanziariamente al miliardario americano Soros.

Forse la vera colpa di Gunnlaugsson, se così la si può definire, è stata quella di essere recalcitrante all'oligarchia globale nell'affermare la propria sovranità nazionale, proteggendo i propri cittadini dai predatori del capitalismo finanziario, e denunciando il genocidio del popolo palestinese.

L'importanza strategica del circolo polare artico

Dopo la chiusura della base statunitense in Islanda nel 2006, il paese si è avvicinato a Russia e Cina. L'Islanda è l'unico paese europeo ad aver siglato un rapporto di libero scambio con la Cina, inoltre il governo cinese ha intenzione di utilizzare il percorso artico per rifornire l'Europa con le sue esportazioni, e la nuova rotta commerciale trasformerà l'Islanda in un importante nodo strategico per il commerciodel grande paese asiatico.

Con oltre il tredici per cento del petrolio mondiale e il trenta per cento del suo gas, il circolo polare artico sta diventando sempre di più l'ennesimo motivo di rivalità tra USA e Russia. Nel 2016 l'esercito americano è tornato in Islanda. Rinunciare a far parte dell'Unione Europea ha condotto l'Islanda ad un confronto aspro con le istituzioni continentali, soprattutto in ambito politico ed economico, ma il piccolo paese nordico nonostante tutto resiste e si difende dagli attacchi.