"Abbiamo denunciato Corrado Augias per diffamazione, è uno scemo, è vergognoso quello che ha detto su mia figlia". Questo è quanto riportato da AdnKronos dopo i commenti dello stesso Augias nella puntata "DiMartedi" in onda su La 7 il 3 maggio scorso. Il papà della piccola Fortuna, uccisa a Caivano tra l'omertà della gente e gli appelli del ministro Alfano, lo ha confermato ai microfoni della trasmissione "La Zanzara" di Radio 24.
Nelle parole di Augias lagiustificazione del presunto pedofilo? Questa la motivazione della denuncia.
Solo due giorni fa abbiamo intervistato la grafologa forense Sara Cordella, consulente della famiglia, che ci ha spiegato cosa si poteva individuare nei disegni della bambina.
A suscitare in questi giorni l'interesse per il caso sembrano invece gli atteggiamenti della bimba uccisa. A commentare la denuncia in tal senso è proprio il legale della famiglia Lofreddo, l'avvocato Angelo Pisani, che specifica: "E’ una vergogna quello che ha detto Augias perché voleva alludere che questa bambina di 6 anni potesse aver provocato il pedofilo o era giusto che corresse questi pericoli. E’ una affermazione di una gravità enorme e di un’ignoranza infinita". Ma cosa ha detto lo scrittore per suscitare tanto sdegno? Lo riporta tra gli altri "Il secolo XIX", riproponendo l'intervista ad Augias proprio sul caso dell'omicidio. A colpire Augias sarebbe stato lo "stridore" esistente nella foto mostrata dalla mamma di Fortuna,nella quale si vedeva la piccola accanto ad una statuina di Padre Pio.
Per Augias la bimba era "atteggiata e pettinatacome una di 16-18 anni.Anche lì si erano un po’ persi i punti di riferimento". Da queste affermazioni è nata la denuncia.
La risposta di Augias: "li perdono e li capisco"
Mentre rimane sempre aperto l'appello del ministro Angelino Alfano rivolto a chi potrebbe sollevare un velo sulmuro di omertà eretto attorno all'omicidio e agli abusi, non si è fatta attendere la risposta di Corrado Augias.
La riporta"Il Giornale",secondo il quale lo scrittore avrebbe affermato: "Insisto nel sostenere che permettere a una bambina di atteggiarsi come una signorinetta è improprio. I bambini devono restare bambini. Ma li capisco e li perdono".
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