Due immigrati di origine magrebina hanno cacciato dalla sua abitazione una donna, afflitta da problemi di salute, che si era rivolta a loro per imbiancare le pareti della casa. È accaduto a Thiene, in provincia di Vicenza. Un'occupazione in piena regola che nessuno sembra poter interrompere. La padrona di casa quando ha provato a rientrare nella propria dimora è stata picchiata, mentre le forze dell'ordine non possono intervenire.

Un calvario che va avanti da un anno

La vicenda è iniziata un anno fa, quando entrati nell'appartamento, i due uomini, che risultano già noti alle forze dell'ordine per questioni di droga, se ne sono impadroniti.

Quando la donna si è presentata al portone di casa chiedendo agli occupanti di liberarla, è stata malmenata e scaraventata a terra. E come se non bastasse, è costretta a pagare le bollette di luce e gas, per paura di ritorsioni e minacce.

La polizia ha le mani legate

La donna ovviamente, si è rivolta alle forze dell'ordine, che però, in base alle leggi in vigore, non possono intervenire per liberare l'appartamento con la forza. Oltretutto, i due uomini sarebbero sottoposti all'obbligo di dimora. In base alle leggi, ora che la casa è occupata, nemmeno la legittima proprietaria può introdursi nell'abitazione, né cambiare la serratura. Per quanto possa apparire paradossale, la legge è questa. Chi si ritrova la casa occupata, può solo rivolgersi alla magistratura.

E sottostare ai tempi biblici della giustizia italiana.

L'intervento del "comitato prima noi"

A sostegno della donna si è mobilitato il "Comitato prima noi", gruppo legato agli ambienti di destra nato un anno fa per protestare contro l'arrivo dei profughi nel vicentino. Il responsabile del comitatoha organizzato un presidio dinnanzi all'abitazione della donna, "per capire chi abita nella casa occupata" e ha intimato alle autorità di provvedere a liberare la casa, fissando questo sabato come termine ultimo, dopo il quale il gruppo minaccia di "intervenire per ripristinare la legalità".