L'Isis vende schiave sessuali su Facebook al prezzo di 8000 euro.La notizia shock è stata data dal quotidiano statunitense "Washington Post" e riportata da diversi mass media internazionali, tra cui l'italiana "Rai News 24".Gli annunci pubblicati nel social netowrk dai miliziani del sedicente Stato Islamico sono accompagnati dalle foto delle ragazze "in vendita".
Secondo quanto riportato dalla già citata "Rai News" e dal quotidiano "il Tempo", in un post di un miliziano dell'Isis di nome "Abu Assad Almani" è scritto che "A coloro che pensano di acquistare una schiava, questa costa 8000 dollari".Inoltre, lo stesso Almani sostiene che il prezzo delle "donnein vendita" dell'Isis "è fissato dalla domanda e dall'offerta".
Lo sfruttamento delle donne sotto lo Stato Islamico
Come ricorda il già citato articolo del "Tempo", le schiave che l'Isis ha deciso di mettere in vendita sono donne "infedeli" di cui i miliziani del sedicente Stato Islamico hanno abusato durante la loro sanguinaria avanzata in Iraq e in Siria.Buona parte delle "schiave sessuali" dell'Isis sono di origine "Yezida", e secondo le stime riportate dal "Tempo" sono almeno 1800 le ragazze e/o donne che i miliziani islamisti radicali hanno fatto ostaggio.
Secondo l'ideologia estremista dell'autoproclamato Stato Islamico, le donne catturate e fatte ostaggio dai miliziani dell'Isis sono da considerarsi come mero "bottino di guerra" e i loro diritti individuali sono annullati.
I campi di addestramento per kamikaze femminili
Mentre le donne considerate "infedeli" vengono schiavizzate, per quelle che vivono all'interno dei territori dello Stato Islamico le autorità dell'autoproclamato Califfatohanno messo in piedi una nuova strategia che ne cambi almeno parzialmente il ruolo sinora avuto.
Difatti, recentemente i militanti dello Stato Islamico si stanno adoperando nella costruzione di campi di addestramento interamente dedicati ad aspiranti kamikaze femminili.Sembra proprio che l'Isis voglia inaugurare una nuova "strategia del terrore" che abbia come protagoniste anche le miliziane seguaci del cosiddetto Stato Islamico.