Più di 50 fosse comuni sono state scoperte in Iraq. Le fosse, alcune con all’interno più di 40 corpi, si trovavano in aree controllate dall’Isis che, liberate dopo duri combattimenti, hanno svelato l’orrore quotidiano al quale devono assistere tutti coloro i quali vivono nei territori controllati dallo Stato Islamico. I corpi scoperti negli ultimi mesi appartengo a persone di ogni età e sesso: uomini, donne, bambini e ragazzi (i quali molto probabilmente sono stati trucidati per essersi rifiutati di arruolarsi al noto gruppo terroristico). A più di un mese dalla liberazione di Palmyra si continuano a trovare testimonianze della violenza perpetrata ai danni di popolazioni inermi.
Segni di tortura e percosse sono presenti su moltissimi cadaveri e questa è l‘ennesima prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, della violenza con la quale vengono “governate” le aree sotto il controllo di Daesh.
Un nuovo genocidio
Negli ultimi mesi sono diverse le fosse comuni scoperte in Iraq, dal nord al sud, ma anche in Siria. Questi crimini contro l’umanità, (potremmo parlare anche di genocidio), trapelano anche dai racconti di chi è riuscito a fuggire dai territori non ancora liberati dalla coalizione internazionale che lotta quotidianamente. Come affermato a marzo dal comandante NATO Philip Breedlove, l’ISIS si sta “diffondendo come un cancro”. Un cancro che, nonostante i bombardamenti, trova ancora molto terreno fertile e avanza in aree scarsamente controllate e, così facendo, ad allungare la sua ombra di morte su popolazioni inermi che vivono nelle suddette aree.
Elevatissimi numeri di rifugiati
Quasi 5 milioni di persone hanno, sino ad oggi, lasciato la Siria sconvolta dalla guerra civile e, mentre l'Austria afferma di non voler costruire alcun muro, l'Europa continua a gestire come meglio può l'immenso flusso di rifugiati. Per quanto riguarda l'Italia, la collaborazione italo-tedesca (Renzi e Merkel concordano nel non fare muri) potrebbe dare i suoi frutti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, resta alta la tensione nel canale di Sicilia che, con l'avvicinarsi della bella stagione, potrebbe veder aumentare il numero di coloro che tentano la fortuna partendo dalle coste africane.