Il vento secco che continua a soffiare da Sud Ovest sta permettendo al fuoco, che ha già devastato un’area pari a 1000 kmq, di rendere ancora più difficile l’opera di contenimento. Basti pensare che nella giornata di oggi l’area interessata potrebbe essere già doppia rispetto a ieri. Per rendersi conto delle dimensioni della catastrofe basti pensare che la zona interessata (soprattutto la città di Fort McMurray, Alberta) è quasi il 25% più grande della città di New York e che ormai più di 90.000 persone sono state evacuate. Diversi lavoratori nell’industria del petrolio stanno presidiando la zona, conosciutissima per le sue riserve di greggio (terza al mondo per grandezza), mentre la popolazione che ha dovuto lasciare le proprie case, e che si è vista letteralmente bruciare sotto gli occhi una vita di sacrifici, trova riparo nei centri di accoglienza con le proprie famiglie.

La mobilitazione interesserà anche Edmond e Calgary che, in queste ore, stanno organizzandosi per l’accoglienza. La Labatt Breweries donerà 70.000 lattine d’acqua ai rifugiati e ai pompieri impegnati nell’inferno di fuoco che sta riducendo in cenere una dei territori con la più vasta area boschiva del pianeta. Questo non è il primo incendio di enormi dimensioni ad aver interessato il Canada e in generale il continente americano negli ultimi anni, quello che rende però ancor più, se possibile, impressionante questo episodio è la dimensione dell'area interessata. Migliaia di vigili del fuoco sono impegnati, in ovvie condizioni proibitive (il vento secco, le dimensioni, le temperature) a contenere i danni che si possono già calcolare in svariati milioni di dollari (basti pensare alle case e alle attività commerciali bruciate in pochi attimi).

Ma, ed è questa la parte che forse fa più impressione, alle centinaia e centinaia di chilometri quadrati di boschi che sono ora cenere. Le immagini raccontate dai testimoni sono ricche di particolari, tra animali spaventati e arsi vivi, e il danno a questo paradiso naturale è incalcolabile.