Sul delitto Yara Gambirasio resta alta l'attenzione dell'opinione pubblica: dopo la richiesta di ergastolo formulata dal Pubblico Ministero, non resta che attendere la decisione finale dei giudici chiamati ad applicare la legge in relazione a questo caso. A Bossetti, nelle scorse settimane al centro dello "scandalo" delle lettere troppo audaci inviate ad una donna detenuta, va riconosciuto di essersi sempre professato non colpevole, non responsabile del turpe femminicidio, ma va anche detto che i rilievi del DNA pesano come un macigno in questa drammatica inchiesta e portano a lui, il muratore Massimo Bossetti, marito di Marita Comi, da tempo ristretto nel carcere di Bergamo.

L'efferatezza

Il Pubblico Ministero - la dottoressa Letizia Ruggeri - è stato durissimo nella sua requisitoria, descrivendo puntualmente le modalità di azione di un soggetto che avrebbe ucciso con particolare freddezza e impressionante disprezzo dell'altrui dolore. Yara sarebbe stata prima stordita e poi ferita con un'arma da taglio, quando non poteva più opporre alcun tipo di resistenza. Il movente del delitto sarebbe di natura sessuale: verosimilmente Massimo Giuseppe Bossetti tentò un approccio, ma venne respinto con freddezza dalla ragazzina. A questo punto sarebbe scattata la violenza, degenerata nell'omicidio, ma è probabile che non sapremo mai fino in fondo come sono andate le cose l'ormai lontano 26 novembre 2010, quando Yara Gambirasio sparì improvvisamente dopo avere lasciato la palestra alle ore 18:44.

La sua abitazione è sita a soli 700 metri. Alle ore 18:47 il suo telefono cellulare viene "agganciato" nella cella di Mapello. La famiglia Gambirasio ha chiesto circa tre milioni di Euro di risarcimento danni a Bossetti.

Una vita spezzata

Morta nel fiore della gioventù, quando ogni sogno sembra raggiungibile, Yara Gambirasio era una ragazza studiosa che andava bene a scuola e che amava molto lo sport e in modo particolare la ginnastica, che praticava con successo.

Il Pubblico Ministero ha ritenuto doveroso precisare che non sono emerse ombre nella sua breve esistenza. Il quadro investigativo emerso ha posto in rilievo un profilo adamantino. Quel giorno Yara Gambirasio si era allenata in palestra e stava facendo ritorno a casa senza sapere che stava andando incontro un destino davvero crudele.

Al momento non è stato possibile dimostrare che Bossetti e Yara si conoscessero già. In aula Bossetti ha negato con fermezza il movente di carattere sessuale e in una drammatica lettera a madre e sorella ha minacciato il suicidio, anche se non è semplice fornire la corretta interpretazione di questo suo disperato grido d'aiuto. E' davvero Massimo Bossetti l'assassino? Dite la vostra a commento di questo articolo.