Amministratori sotto tiro della criminalità organizzata. L’associazione “Avviso Pubblico” ha promosso una manifestazione tenutasi il 24 giugno a Polistena. Le cronache regionali e locali registrano con sempre maggior frequenza attentati intimidatori ai danni di sindaci,che cercano di ricoprire la loro carica istituzionale seguendo il protocollo della legalità e della trasparenza. Qui, dove tutto è difficile, anche una semplice manifestazione può fare la differenza; un segnale importante per la società civile, non abituata a reagire. C’è chi parla di 200 sindaci intervenuti alla manifestazione, chi di 100 appena, grazie alla partecipazione di amministratori provenienti da altre realtà del sud come Agrigento, Casal di Principe, Calimera, Mondragone.
Su 409 sindaci calabresi hanno sfilato in corteo solo cinquanta amministratori, nonostante che la criminalità abbia alzato il tiro e messo a rischio beni e servizi su cui vorrebbe stendere la sua longa manus.
In Calabria gli atti intimidatori verso i sindaci si sono moltiplicati.
Secondo i dati forniti dal Presidente di “Avviso Pubblico”,i casi di intimidazione a primi cittadini sono stati 470 nel solo 2015,un dato che è salito di molto diventando una febbre che rischia di debilitare il corpo sano delle istituzioni. A sfilare in corteo, insieme ai ragazzi di Libera, c’era anche Doris Lo Moro che presiede una commissione parlamentare d’inchiesta per far luce sui continui attacchi che subiscono i primi cittadini.
Non poteva mancare Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare antimafia, sempre più presente in Calabria. Per la parlamentare i sindaci, per realizzare al meglio il loro mandato, devono avere consapevolezza del loro ruolo di uomini delle istituzioni, rifiutando di scendere a patti con oscuri personaggi che presentano, il giorno dopo le elezioni, il conto per incassare la cambiale firmata in bianco.
E se la ndrangheta ha esteso i suoi tentacoli ovunque, per la Bindi non bisogna dimenticare che la roccaforte degli uomini d’onore è pur sempre la Calabria. Purtroppo quaggiù si avverte sempre di più la lontananza dello Stato, ma questo non significa che bisogna rimanere in silenzio e subire.
Libera a sostegno dei sindaci minacciati
Alla manifestazione era presente anche il governatore Oliverio insieme a Don Ciotti e Don Pino De Masi, referente di Libera nella piana di Gioia Tauro. Più si decide da che parte stare, più le comunità trovano il coraggio di alzare la testa; combattere contro la criminalità significa stare insieme, fare rete senza cedere a ricatti. A fare le spese di attentati ai danni delle persone sono anche giornalisti come Michele Albanese, costretto a vivere sotto scorta. La sua colpa è quella di aver fatto articoli poco graditi agli “uomini che contano”. Non è facile, né scontato in Calabria fare il proprio mestiere. Ne sanno qualcosa coloro che in prima fila pagano lo scotto di rompere gli indugi esponendosi. Oggi la manifestazione, domani chissà.