Sono nove gli autocompattatori della Nettezza urbana andati a fuoco a Rosarno, di proprietà della Camassa Ambiente, società pugliese che ha in appalto il servizio della raccolta dei rifiuti urbani in quattro comuni consorziati fra loro. Rosarno, S. Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Cinquefrondi, da domani, non avranno più a disposizione i mezzi per la raccolta della spazzatura. Gli attentatori hanno forzato la serratura intorno alle 2:30, cospargendo i mezzi parcheggiati di liquido infiammabile e appiccando il fuoco. Rosarno ha da poco eletto il nuovo sindaco Giuseppe Idà sostenuto da una lista civica, il quale, intervistato nel notiziario regionale, ha condannato la recrudescenza criminale che priva le comunità di un servizio essenziale.
Si parla di danni per l’azienda Camassa che ammonterebbero a 200 mila euro e le indagini in corso dovranno chiarire se ad essere sotto tiro è la nuova amministrazione o la società pugliese alla quale cinque anni fa era stato dato in concessione il servizio di raccolta dei rifiuti.
Nel mirino della ndrangheta comuni e servizi
Non c’è pace per una Calabria che registra continuamente attentati ai danni dei propri amministratori, tant’è che Arturo Bova, presidente della commissione regionale anti 'ndrangheta, ha indetto per il 24 giugno a Polistena una marcia organizzata dal Movimento Avviso Pubblico per ribadire il proprio No ad ogni forma di prevaricazione mafiosa. Le mani della Ndrangheta sui rifiuti?
Le forze dell’ordine dovranno chiarire molti aspetti di questa intricata vicenda e di un malaffare che da queste parti non conosce tregua. La Camassa era già stata nel mirino nel 2014 per una gara d’appalto che era entrata nell’inchiesta Eclissi, conclusasi con un nulla di fatto ma che aveva portato all’arresto del precedente sindaco Ferdinando Domenico Madaffari.
La piana di Gioia Tauro è dominata dai clan Bellocco-Pesce per cui non si esclude la matrice dolosa; segnali inviati agli amministratori perché si adeguino e tengano conto di chi realmente comanda in un territorio roccaforte di interessi criminali.
Indetta una manifestazione contro la ndrangheta a Polistena
Giuseppe Idà chiede che sia fatta luce sull’attentato nell’interesse delle comunità tutte, che sono private, per via di questi atti vili, dei servizi essenziali.
Ovviamente a farne le spese sono anche i lavoratori degli automezzi, per cui simili episodi vanno condannati rompendo il muro dell’omertà. Nel parco degli automezzi c’erano le telecamere che verranno visionate, nella speranza che siano utili per arrivare all’identificazione delle persone che hanno agito indisturbate, mettendo a segno il loro piano criminale. Nell’interesse violato delle comunità, chi ha visto o sappia qualcosa parli. A finire nel mirino degli attentatori sono cinque comuni, ragion per cui diventa fondamentale non rimanere in silenzio ma reagire per dire no ad atti intimidatori che fanno ripiombare la Calabria in pieno Medio Evo.