Da pochissime ore è stata diffusa la notizia che l’angelo custode del Bataclan nella tarda serata di giovedì è stato premiato con la medaglia d’oro al valor civile e la nazionalità francese da parte del presidente transalpino François Hollande e dal Ministro dell’interno Cazeneuve. La sua storia aveva commosso l’intero pianeta nelle ore successive al drammatico attentato del 13 novembre scorso, divenendo subito una sorta di eroe internazionale; dimenticato frettolosamente da media e politici, è riuscito ad ottenere questi importanti riconoscimenti grazie al lavoro svolto dalle associazioni e dalle persone comuni che nei mesi seguenti la tragedia hanno dato il via ad una petizione (sottoscritta da meno di un milione di cittadini, ndr) affinchè le sue importanti gesta non fossero cadute nel dimenticatoio.

Le gesta eroiche di Didì

Durante quella nefasta serata, in cui morirono 129 innocenti per mano di un gruppo terroristico vicino all'ISIS, il trentacinquenne Didì, che allora lavorava come agente di sicurezza per l’importante teatro, più volte (secondo alcuni testimoni almeno 5 volte, ndr) durante l’atto terroristico rischiò la vita trascinando feriti dal luogo della mattanza all’esterno,infischiandosene di quei terroristi vestiti di nero pronti a far fuoco su qualunque cosa capitasse sotto tiro e salvando almeno una ventina di persone.

Le dichiarazioni alla stampa

Durante la sua ultima intervista Didì ha dichiarato: “Ho avuto il sangue freddo ed un po’ d’incoscienza: quando sono entrato nella sala per la seconda volta, ho capito che stavo rischiando di morire…alla fine sono fiero di aver salvato tante persone.” Inoltre con la modestia che lo contraddistingue,ha riferito al giornalista de Le Figaro: “La cosa più bella è stato il ringraziamento di coloro che ho aiutato quel giorno.

Tuttavia c’è voluto tempo per voltare pagina dopo tali atrocità, ancora oggi faccio fatica; l’evento che mi ha dato forza e voglia di cambiare in questi difficili mesi è stata la nascita della mia bambina”.