Nonostante stia organizzando anche gli Europei in corso, la Francia è ancora scossa per quanto accaduto il 13 novembre dello scorso anno proprio nella sua capitale Parigi. In particolare, per la strage messa in atto nel locale Bataclan, dove erano presenti tanti giovani per un concerto Rock. Simbolo dunque della cultura occidentale, tanto avversata dagli jihadisti. A distanza di sette mesi quasi esatti, il padre di una delle vittime, la 23enne Nohemi Gonzalez, lancia una dura accusa ai Social con tanto di documenti. In particolare, contro Google, Facebook e Twitter, rei, secondo l'uomo di aver aiutato 'materialmente' gli autori Isis della strageal Bataclan.
Approfondiamo meglio questa clamorosa accusa.
L'accusa contro Google, Facebook e Twitter di aver favorito strage Bataclan
Secondo l'uomo, i tre Social avrebbero per anni permesso in modo consapevole ai membri dell'Isis ''di diffondere propaganda estremista, raccogliere fondi e arruolare nuove reclute". Stando a quanto sostiene la BBC, l'uomo avrebbe anche presentato un esposto documentato contro Google, Facebook e Twitter al tribunale della California. Nella sua accusa, l'uomo sostiene che i tre Social avrebbero dunque fornito supporto materiale all'Isis al fine di crescere e portare a compimento molti attentati terroristici. Come quello appunto consumatosi al Bataclan. E, conclude amareggiato, senza questi tre colossi network, Isis non sarebbe diventata ciò che è oggi.
Come si difendono i Social
I tre Social sotto accusa hanno ribadito il loro impegno contro il terrorismo. Ma l'avvocato del signor Gonzalez, Ari Kresch, ribadisce che l'accusa contro di loro non è per i contenuti dei messaggi lanciati da membri dell'Isis, quanto sul fatto che Google, Facebook e Twitter gli abbiano permesso di pubblicarli.
Pertanto, avrebbero 'aiutato' (seppur indirettamente, si capisce), Isis al compimento di stragi come quella del Bataclan. Cosa ne pensate? Sono accuse 'campate in aria', alimentate dal dolore di un padre di una delle vittime del Bataclan? Oppure un fondo di verità c'è?